Posts Tagged ‘Punta Est’

Tanto va la gatta al lardo…

13 marzo 2014

Sull’arresto di Ettore Filippi. Note a margine
di Giovanni Giovannetti

L'”intoccabile” che, grazie all’appoggio offerto dal capo della ‘Ndrangheta lombarda, risultò decisivo nella vittoriosa ascesa di Al Cattaneo a sindaco di Pavia è ora ai domiciliari. Lui, per decenni il supremo garante di squallidi intrecci affaristico-istituzionali e di contiguità mafiose, trent’anni dopo è di nuovo agli arresti. Sì, poiché il poliziotto Ettore Filippi (già capo della Squadra mobile di Pavia) lo ricordiamo già incarcerato a Peschiera nel febbraio 1983, per via – sostiene – di vendicative “toghe rosse” dopo che il 4 aprile 1981 a Milano proprio lui aveva catturato Enrico Fenzi e Mario Moretti, capi delle Brigate Rosse. In realtà venne “accompagnato” ai ferri e processato per certi piccanti favorini confessati ai giudici dal pentito di mafia Angelo Epaminonda detto il Tebano, boss della mala milanese e referente lombardo di Cosa nostra catanese (all’epoca Epaminonda gestiva spaccio di coca, night, bordelli e bische anche in provincia di Pavia). Insomma, ieri come oggi è corruzione. Verrà infine assolto per insufficienza di prove, così che nel 1992 il procuratore capo di Milano Giulio Catelani potrà affermare che «Milano non è Palermo».
Colonizzazione e misto. Subito dopo comincia la resistibile ascesa di Filippi ai piani alti della pubblica amministrazione pavese. Una carriera politica che ne ha rivelato i solidi ideali: nasce socialdemocratico, trascorre l’infanzia nel Partito socialista, l’adolescenza nel Partito liberale, la maturità in Forza Italia, l’età di mezzo nella Margherita, la vecchiaia attiva nel Partito democratico, la parabola senile da attempato cespuglio Pdl e – dopo la parentesi civica di Rinnovare Pavia e l’avvicinamento temporaneo all’Udc – forse non morirà tra i casini.
Agli arresti domiciliari per corruzione e abuso d’ufficio. A pochi passi dalla lottizzazione abusiva di Punta Est e Cascina Scova (ne accenneremo) c’è Cascina Spelta, là dove il costruttore Dario Maestri ha edificato residenze multipiano vista parco, sempre più vicine al corso d’acqua della Vernavola, eludendo la “Galasso”. Il costruttore era accusato di associazione a delinquere finalizzata a corruzione e truffa dopo l’oneroso compenso di 41.140 euro (34.000 più Iva) ad Enrico Colosimo, un… diciamo consulente con entrature in Soprintendenza; “consulenza” al solito suggeritagli dall’ex vicesindaco Ettore Filippi, suo amico e sodale (in una intercettazione Maestri definisce Filippi «la sua testa di sfondamento», quello «capace di far aprire le porte»). (more…)

Paranoici su Marte

29 luglio 2013

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Un altro documento comunale top-secret viene ora a scaldare la già rovente estate pavese. È la Relazione dello studio Greco-Muscardini sulla liceità dell’operazione Campus Aquae, il Centro sportivo polivalente inaugurato nel 2010 su terreni dell’Università al Cravino contigui alla lottizzazione abusiva di Green Campus: uno strano project financing a trentennale gestione di Unisport – società costituita ad hoc nel novembre 2005 da Vittorio Pacchiarotti (imprenditore di Belgioioso condannato nel 1993 a 1 anno e 3 mesi per corruzione e finanziamento illecito dei partiti) con atto del notaio Antonio Trotta (ora indagato per i rogiti di Green Campus) – sopra un’area che il Prg indica a “Servizi per l’Università”. Strano poiché il costruttore si è avvalso di un finanziamento universitario di 4.660.000 euro, fondi statali, in aggiunta a un “canone” annuale di 330.000 euro (in trent’anni sono altri 9.900.000 euro): un ammontare di 14.560.000 euro, per un’opera dal costo preventivato di 15.865.811 euro; è quasi l’intero importo: l’autorizzazione comunale al Centro benessere – del 15 febbraio 2011 – reca la firma del più che indagato dirigente all’Urbanistica Angelo Moro.
A quanto risulta, la missiva “secretata” degli avvocati Greco e Muscardini è tra i documenti che giorni fa la Polizia giudiziaria ha inoltrato alla Procura.
La trasparenza non pare albergare tra le virtù di Alessandro Cattaneo: occultata e infine resa pubblica a furor di popolo  la “nota” su Green Campus del prof. Aldo Travi al sindaco, a lungo nascosta agli stessi assessori. E si capisce: il 21 gennaio 2013 l’illustre docente precisava che quelle costruzioni erano condominii e non residenze universitarie (un illecito che non ammette sanatoria). Che le residenze universitarie possibili nelle zone “F” (come appunto quell’area al Cravino) non prevedono semplici insediamenti residenziali per studenti, ma devono assolvere funzioni e servizi «d’interesse generale, e cioè con precise finalità pubbliche». Che il permesso a costruire a firma del dirigente all’Urbanistica Angelo Moro non era conforme al Prg.
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Confisca

28 luglio 2013

Confiscare Green Campus: uno spartiacque nella politica comunale
da Pavia, Paolo Ferloni e Mauro Vanetti

Sabato mattina siamo andati in tribunale con l’avvocato Franco Maurici per depositare un atto di intervento nel procedimento penale relativo al caso Green Campus. Chiediamo di partecipare al processo come parte civile in surroga del Comune di Pavia che si rifiuta di difendere gli interessi della maggioranza dei suoi cittadini, preferendo invece schierarsi dalla parte degli speculatori. Questo fa il paio con la linea seguita dall’assessore comunale ai Servizi sociali Assanelli e dalla Giunta di fronte alla protesta degli sfrattati: indifferenza ai problemi sociali, ricorso alla forza poliziesca, vicinanza solo agli interessi dei proprietari immobiliari.
Con questa azione legale chiediamo ufficialmente ciò che abbiamo rivendicato nei volantinaggi, nelle manifestazioni, in parecchi nostri interventi pubblici: la confisca dei condominii della lottizazione abusiva di attualmente sequestrati. Questo permetterebbe al Comune di entrare in possesso di 300 appartamenti nuovi, che in piena emergenza sfratti potrebbero essere utilizzati per coprire una parte importante delle esigenze abitative sia degli studenti universitari fuori sede in maggiore difficoltà sia di quelle famiglie che a causa della crisi non riescono a trovare spazio nella pessima offerta di edilizia popolare messa in campo da ERP e ALER.
Confiscare significa stabilire un principio di giustizia: significa espropriare chi ha tentato a sua volta di espropriare la collettività del suo diritto a decidere su che linee far sviluppare la città, significa restituire al popolo una parte di quanto la grande proprietà immobiliare parassitaria ogni giorno sottrae al benessere e alla serenità della maggioranza dei pavesi. Per noi significa dire chiaramente da che parte stiamo: dalla parte della povera gente, dei lavoratori, dei disoccupati, degli anziani con la pensione minima, degli immigrati senza diritti, dei giovani dalla vita precaria e dal futuro incerto.
Ci chiediamo retoricamente: come mai né il Pd, né il M5s, né tanti altri che a chiacchiere affermano l’esigenza di una politica nuova in città, hanno mosso un dito in favore di questa nostra iniziativa, che pure era stata ampiamente pubblicizzata? Come mai ancora una volta siamo solo noi “oltranzisti”, noi che marciamo “in direzione ostinata e contraria” a preoccuparci affinché la città entri in possesso di centinaia e centinaia di appartamenti? Forse gli altri erano solo un po’ distratti? E allora perché non indicano a chiare lettere sui loro programmi elettorali per le elezioni 2014 cosa vogliono fare di Green Campus e di Punta Est? Vogliamo dare quelle case al popolo oppure no?
Per noi è su un tema come questo che si misura l’effettiva volontà di cambiare le cose in questa città. Chi si rifiuta di dichiarare che i condominii di Green Campus vadano confiscati al più presto, cercando soluzioni che salvino gli interessi del costruttore, è complice nei fatti del declino di Pavia e vuole tenere una porta aperta alla collaborazione con quei poteri forti più o meno oscuri che dettano il buono e il cattivo tempo nell’urbanistica comunale.

A. Silente

14 febbraio 2013

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Peggio del sindaco bugiardo a Pavia riscontriamo solo l’Università, omertosa e silente. Tuttavia noi la preferiamo così poiché, quando parla, è anche peggio.
Arrestano un professore «corrotto»? Al numero 61 di Strada Nuova cadono dal pero, rimarcando la «piena fiducia nella magistratura». Eppure l’ex direttore del dipartimento di Ingegneria edile, il chiacchieratissimo Angelo Bugatti (a lui il Comune aveva affidato l’elaborazione del nuovo Piano di governo del territorio) era indagato dall’aprile 2012; eppure la notizia è rimasta a lungo su tutti i giornali, insieme alla prima assai meno grave accusa: un “contratto attivo” tra lui e il suo presunto corruttore – l’imprenditore edile Dario Maestri – vergognosamente spacciato per «convenzione» con l’Università (31 marzo 2011, “Convenzione tra l’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ingegneria edile e del Territorio e Punta Est srl”) e come tale strumentalizzato per favorire una «variazione della tipologia di intervento da residenza universitaria a residenza per scopi di ricerca». Un fine illecito, perseguito senza che il Cda dell’Ateneo prendesse posizione in quanto parte lesa, anche solo a tutela del suo “buon nome”.
Nulla di tutto questo poiché, hanno detto, il Cda «non è tenuto a pronunziarsi su un atto su cui non ha deliberato» (“La Provincia Pavese”, 9 febbraio 2012). Il 7 febbraio 2013 si è allora «pronunziata» la procura: manette al professor Bugatti, con buona pace del “buon nome” dell’Università. Nel frattempo, l’indagato Bugatti ha potuto mantenere la cadrèga di componente la commissione che in Università – udite udite – stava lavorando al regolamento sui “contratti attivi”, proprio la forma di contratto che lo ha portato all’arresto.
Silenzio tombale anche su quell’altra grana delle residenze universitarie Green Campus al Cravino – una lottizzazione abusiva, speculare a quella di Punta Est – come al Vallone in vendita sul libero mercato anche se edificate in zona “U1” (servizi per l’Università), altrettanto prive dell’obbligatoria convenzione e altrettanto sfacciatamente reclamizzate come residenze dall’agenzia cui è delegata la vendita.

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