da Pavia, Giovanni Giovannetti
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«Se se ne fossero andati da soli, avremmo chiuso un occhio. Noi abbiamo proposto una soluzione temporanea, l’hanno rifiutata. Quindi il Comune ha deciso di denunciarli e provvederemo alla cancellazione per cinque anni dalla graduatoria per l’assegnazione delle case popolari». Così l’assessore ultracattolico Sandro Assanelli dal quotidiano locale il 3 settembre, a tuonare punizioni divine per la famiglia di Luca Capuozzo, cuoco quarantacinquenne diabetico e senza più un lavoro, con moglie e figlio piccolo. Perso il lavoro, persa la casa, dal ciellino Assanelli si è sentito rivolgere questa proposta, la solita: moglie e figlio ospiti a pagamento presso il Centro di accoglienza alla vita (400 euro mensili, di cui 200 li paga il Comune); lui, cronicamente malato, in un dormitorio aperto solo nottetempo, dalle 20 alle 8.
Assanelli è molto credente; per l’assessore, l’unità della famiglia viene prima di ogni altra cosa. Così come il diritto dei minori agli affetti famigliari oltre che alla vita, ma solo quando si tratta di embrioni.
Di un tale inumano smembramento, ovviamente la famiglia Capuozzo non ha voluto nemmeno sentir parlare e ha occupato una casa comunale da tempo vuota e male in arnese, dandosi poi da fare per renderla accogliente: «devo fare l’insulina quattro volte al giorno, prendo sei pastiglie, sono invalido». Insomma, Luca e Roberta non hanno fatto i bravi, si sono lamentati e «i servizi sociali ci hanno detto che il nostro comportamento aveva inciso sul fatto di non trovare soluzioni alternative». (more…)