L’Università, Pacchiarotti e il falso Project Financing
da Pavia, Giovanni Giovannetti
In Università mercoledì 25 settembre è stato giorno di Consiglio d’amministrazione. Oltre al parere favorevole sul rimborso delle spese ai candidati che hanno svolto il test per l’ammissione ai corsi di laurea delle professioni sanitarie, il Cda ha toccato l’argomento Campus Aquae, dando «mandato all’amministrazione dell’Ateneo di predisporre una comunicazione in risposta ai chiarimenti chiesti dal SUAP del Comune di Pavia», ovvero la vecchia storia nota ai più sui frequentatori – studenti e no – del Campus polisportivo. Tutto qui.
Peccato poiché, ad esempio, avrebbe potuto essere l’occasione buona per mettere i piedi nel piatto di quella triste storia della nuova garanzia ipotecaria di secondo grado che il concessionario Unisport, società di Vittorio Pacchiarotti, ora pretende dall’Ateneo, dopo che – non più di quattro anni orsono – il pregiudicato imprenditore belgioiosino (già ospite nel 1993 delle patrie galere per corruzione e finanziamento illecito dei partiti) aveva ottenuto dall’Università pavese l’ipoteca su terreni e strutture di Campus Aquae in favore delle banche finanziatrici di Unisport – Mediocredito italiano (per 26.250.000 euro) e Banca popolare di Sondrio (per 14.000.000 euro) – assumendosi così un inedito rischio d’impresa (ma non era un Project Financing?) girando altresì alle stesse banche la cifra annuale indicizzata di 330.000 – riconosciuta per trent’anni dall’Università al Pacchiarotti – a sommarsi col finanziamento regionale di 4.000.000 di euro e a 660.000 euro suoi propri dell’Università (ma un Project Financing non implica forse ogni costo a carico dell’impresa che costruisce in concessione?) Insomma, a Campus Aquae l'”imprenditore” non ha usato soldi suoi ma delle banche, un debito garantito dall’Università e non da lui: bel “rischio d’impresa” (non sia mai, ma se il Pacchiarotti un giorno dovesse avere problemi chi paga? Pacchioni?)
Peccato poiché, sempre ad esempio, avrebbero potuto confrontarsi sulle otto aule – destinate a Scienze motorie e Farmacia – riscattate al Pacchiarotti nel 2007 in permuta con due appartamenti, di proprietà dell’Ateneo, per un valore stimabile in 1.136.000 euro, in aggiunta a 600.000 in denaro contante.
O ancora della pretesa di Unisport di una integrazione per euro 1.000.000 e passa a fronte dell’Iva dovuta – e non versata – all’erario dal Pacchiarotti sui 4 milioni e fischia in conto capitale e sul pattuito annuale di 330.000 euro. Il contenzioso con l’Agenzia delle entrate lui, il pregiudicato, ha voluto dirimerlo proponendo causa all’Università, anche se spese e oneri fiscali sono a totale carico del concessionario, ovvero lo stesso Pacchiarotti, e i contributi già comprensivi d’Iva.
Per tacere il resto. Avrebbero dunque potuto parlare di cose serie e non l’hanno fatto, preferendo spendere tempo intorno a una lettera sui «chiarimenti richiesti» dal comunale Sportello unico per le attività produttive. Peccato…