Posts Tagged ‘Università di Pavia’

Consigli al Consiglio

25 settembre 2013

L’Università, Pacchiarotti e il falso Project Financing
da Pavia, Giovanni Giovannetti

In Università mercoledì 25 settembre è stato giorno di Consiglio d’amministrazione. Oltre al parere favorevole sul rimborso delle spese ai candidati che hanno svolto il test per l’ammissione ai corsi di laurea delle professioni sanitarie, il Cda ha toccato l’argomento Campus Aquae, dando «mandato all’amministrazione dell’Ateneo di predisporre una comunicazione in risposta ai chiarimenti chiesti dal SUAP del Comune di Pavia», ovvero la vecchia storia nota ai più sui frequentatori – studenti e no – del Campus polisportivo. Tutto qui.
Peccato poiché, ad esempio, avrebbe potuto essere l’occasione buona per mettere i piedi nel piatto di quella triste storia della nuova garanzia ipotecaria di secondo grado che il concessionario Unisport, società di Vittorio Pacchiarotti, ora pretende dall’Ateneo, dopo che – non più di quattro anni orsono – il pregiudicato imprenditore belgioiosino (già ospite nel 1993 delle patrie galere per corruzione e finanziamento illecito dei partiti) aveva ottenuto dall’Università pavese l’ipoteca su terreni e strutture di Campus Aquae in favore delle banche finanziatrici di Unisport – Mediocredito italiano (per 26.250.000 euro) e Banca popolare di Sondrio (per 14.000.000 euro) – assumendosi così un inedito rischio d’impresa (ma non era un Project Financing?) girando altresì alle stesse banche la cifra annuale indicizzata di 330.000 – riconosciuta per trent’anni dall’Università al Pacchiarotti  – a sommarsi col finanziamento regionale di 4.000.000 di euro e a 660.000 euro suoi propri dell’Università (ma un Project Financing non implica forse ogni costo a carico dell’impresa che costruisce in concessione?) Insomma, a Campus Aquae l'”imprenditore” non ha usato soldi suoi ma delle banche, un debito garantito dall’Università e non da lui: bel “rischio d’impresa” (non sia mai, ma se il Pacchiarotti un giorno dovesse avere problemi chi paga? Pacchioni?)
Peccato poiché, sempre ad esempio, avrebbero potuto confrontarsi sulle otto aule – destinate a Scienze motorie e Farmacia – riscattate al Pacchiarotti nel 2007 in permuta con due appartamenti, di proprietà dell’Ateneo, per un valore stimabile in 1.136.000 euro, in aggiunta a 600.000 in denaro contante.
O ancora della pretesa di Unisport di una integrazione  per euro 1.000.000 e passa a fronte dell’Iva dovuta – e non versata – all’erario dal Pacchiarotti sui 4 milioni e fischia in conto capitale e sul pattuito annuale di 330.000 euro. Il contenzioso con l’Agenzia delle entrate lui, il pregiudicato, ha voluto dirimerlo proponendo causa all’Università, anche se spese e oneri fiscali sono a totale carico del concessionario, ovvero lo stesso Pacchiarotti, e i contributi già comprensivi d’Iva.
Per tacere il resto. Avrebbero dunque potuto parlare di cose serie e non l’hanno fatto, preferendo spendere tempo intorno a una lettera sui «chiarimenti richiesti» dal comunale Sportello unico per le attività produttive. Peccato…

Campus Aquae, «una vicenda all’italiana»

23 luglio 2013

da Pavia, Walter Veltri*

L’elezione a nuovo Rettore dell’Ateneo pavese del prof. Fabio Rugge si spera possa favorire una radicale inversione di tendenza rispetto al recente passato. È importante che si instauri un dialogo – fino ad oggi assente – tra questa importante istituzione e la città, e soprattutto che le future iniziative universitarie siano improntate alla massima trasparenza. È altrettanto urgente che il Rettore faccia chiarezza su alcune opere del passato, dalle molte opacità: ad esempio, Campus Aquae al Cravino, che qui raccontiamo.
Nell’aggiornare il programma triennale delle opere pubbliche, il 28 aprile 2004 l’Università di Pavia aveva pianificato l’edificazione di un centro sportivo polivalente: piscina scoperta e coperta, benessere e fitness, bar, ristorante e negozi, mensa, cucina, residenze per una spesa complessiva di 20.660.000 euro. (dall’Università viene tuttavia indicata la cifra di 18.500.000 – importo netto 15.865.811 euro, più Iva. Quale è stato il costo effettivo?)
Il 28 luglio 2005 la “Gazzetta Ufficiale” ha pubblicato l’avviso di licitazione privata per individuare la ditta a cui affidare i lavori. Alla scadenza del 25 ottobre 2005 nessuna impresa aveva inoltrato offerte.
Lo stesso giorno, il verbale della gara andata deserta veniva inviato al direttore del S.I.I.T. (Servizi integrati infrastrutture e trasporti – Lombardia e Liguria – settore infrastrutture, ovvero l’organo decentrato del ministero delle Infrastrutture e Trasporti) in quanto stazione appaltante, per i successivi adempimenti di competenza. Il 20 dicembre 2005 la predetta progettazione, esecuzione e gestione dei lavori se l’aggiudicava l’impresa Pacchiarotti spa di Belgioioso per, si diceva, 15.865.811 di euro, Iva esclusa.
L’11 novembre – solo un mese prima – presso il notaio Trotta la ditta aggiudicataria aveva costituito Unisport, società con un capitale sociale di 300.000 euro, identico – guarda la coincidenza – a quello previsto nel bando di gara. Di fronte a una tale rapida successione degli avvenimenti si rimane sbigottiti dall’efficienza della Pubblica Amministrazione.
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Taci, l’amico ti ascolta

12 luglio 2013

Green Campus. Il sindaco nasconde documenti
da Pavia, Giovanni Giovannetti

Dopo aver sottoscritto una temeraria Convenzione con la società Green Campus sulla nota lottizzazione abusiva al Cravino (l’Università aveva declinato l’invito), la Giunta Cattaneo ora secreta una parte del parere legale chiesto dal Comune all’avvocato prof. Aldo Travi. Non resta che sollecitare il sindaco a divulgarla, o la Procura pavese ad acquisirla.

Tornare da Strasburgo, dopo aver incontrato il presidente del parlamento europeo Martin Schulz, e ritrovare Pavia tale e quale: sospesa tra convergenze affaristico-criminali (mafiose e no) e un sindaco ad autonomia limitata, prigioniero di chissà quali “obblighi” assunti con si sa chi: poteri forti, comitati d’affari, grandi elettori o peggio. E tanti saluti al pubblico interesse. Le mezzebarbe non provano nemmeno a salvare le apparenze e librano il loro svettante nanismo nel ratificare una Convenzione tra Comune e Green Campus, nonostante l’accusa di lottizzazione abusiva che pende su quest’ultima. Un guanto di sfida alla Procura pavese – che nei mesi scorsi aveva posto l’area sotto sequestro – proprio ora che piazza del Tribunale dichiara concluse le indagini. Sono dieci gli avvisi di garanzia inoltrati: ai dirigenti comunali Francesco Grecchi e Angelo Moro (a riprova del coinvolgimento di Palazzo Mezzabarba), nonché a cittadini “di rispetto” quali Gian Michele Calvi e signora, il faccendiere Arturo Marazza, i fratelli costruttori Alberto e Paolo Damiani, il notaio Antonio Trotta e altri ancora.
Non paghi, questi Robin Hood all’incontrario, spendono pubblici quattrini in consulenze presso accreditati studi legali, salvo poi secretarle qualora il parere risultasse sfavorevole per amici e sponsor economici.
Ad esempio, del parere richiesto dal Comune di Pavia all’avvocato professor Aldo Travi da Busto Arsizio conosciamo la Relazione del 21 gennaio 2013, ovvero prima del sequestro dell’area; secretata invece una sua più aggiornata “nota integrativa”. Forse non per caso, chi tra gli assessori l’ha potuta leggere – l’avvocata Cristina Niutta ad esempio, lei è del mestiere – si è poi resa irreperibile al momento del voto.
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A. Silente

14 febbraio 2013

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Peggio del sindaco bugiardo a Pavia riscontriamo solo l’Università, omertosa e silente. Tuttavia noi la preferiamo così poiché, quando parla, è anche peggio.
Arrestano un professore «corrotto»? Al numero 61 di Strada Nuova cadono dal pero, rimarcando la «piena fiducia nella magistratura». Eppure l’ex direttore del dipartimento di Ingegneria edile, il chiacchieratissimo Angelo Bugatti (a lui il Comune aveva affidato l’elaborazione del nuovo Piano di governo del territorio) era indagato dall’aprile 2012; eppure la notizia è rimasta a lungo su tutti i giornali, insieme alla prima assai meno grave accusa: un “contratto attivo” tra lui e il suo presunto corruttore – l’imprenditore edile Dario Maestri – vergognosamente spacciato per «convenzione» con l’Università (31 marzo 2011, “Convenzione tra l’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Ingegneria edile e del Territorio e Punta Est srl”) e come tale strumentalizzato per favorire una «variazione della tipologia di intervento da residenza universitaria a residenza per scopi di ricerca». Un fine illecito, perseguito senza che il Cda dell’Ateneo prendesse posizione in quanto parte lesa, anche solo a tutela del suo “buon nome”.
Nulla di tutto questo poiché, hanno detto, il Cda «non è tenuto a pronunziarsi su un atto su cui non ha deliberato» (“La Provincia Pavese”, 9 febbraio 2012). Il 7 febbraio 2013 si è allora «pronunziata» la procura: manette al professor Bugatti, con buona pace del “buon nome” dell’Università. Nel frattempo, l’indagato Bugatti ha potuto mantenere la cadrèga di componente la commissione che in Università – udite udite – stava lavorando al regolamento sui “contratti attivi”, proprio la forma di contratto che lo ha portato all’arresto.
Silenzio tombale anche su quell’altra grana delle residenze universitarie Green Campus al Cravino – una lottizzazione abusiva, speculare a quella di Punta Est – come al Vallone in vendita sul libero mercato anche se edificate in zona “U1” (servizi per l’Università), altrettanto prive dell’obbligatoria convenzione e altrettanto sfacciatamente reclamizzate come residenze dall’agenzia cui è delegata la vendita.

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