Posts Tagged ‘viaggio in Pavia’

Viaggio in Pavia 4

4 Maggio 2014

Città giardino
di Elia Belli*

È il caso di dirlo: nomen omen. Città Giardino è il giardino verde, il polmone della città con il Parco della Vernavola che “regala” ossigeno ai cittadini di Pavia. Eppure l’aria che si respira (buona certo) è viziata da una brezza spinta dalla crisi economica, quella crisi che fa appendere a tantissimi cancelli della zona il cartello vendesi o affittasi. Nel primo caso si tratta di seconde case di pavesi, una volta affittate (a studenti?) e oggi probabilmente sul mercato per cercare di “realizzare” in un momento però difficile per tutti. E, poi, invece, c’è chi tiene duro e non vende, ma fa fatica ad affittare perché davvero di soldi ne girano pochi. Lo dicono anche i commercianti della zona. Tengono duro gli “storici” mentre alcuni aprono e chiudono. «In via Olevano – spiegano – c’è un bel via vai di macchine, ma fermarsi è difficile perché o parcheggi in doppia fila o non c’è posto per mettere le macchine. È un peccato perché di gente ne passa e sarebbe buona cosa riuscire a trattenerla questa gente e invece…» Ma la strada è lunga e le domande che pongono i commercianti vicini a Piazzale San Giuseppe non sono le stesse di quelli nell’ultima parte della zona. Lì il parcheggio c’è, ma si sentono più lontani dal centro nevralgico del rione.
E il traffico è un problema almeno in tre zone nevralgiche del quartiere. In via Olevano e piazzale San Giuseppe, in Piazza Marconi e il via Tasso. «Mi ricordo di un progetto – spiegano i residenti – che prevedeva la sistemazione della piazza con la creazione di una rotonda per facilitare il traffico e sostituire l’anomalia esistente». Per anomalia si riferiscono al doppio incrocio nella Piazza dove solo uno è regolato da un semaforo e l’altro de un sistema di precedenze basato più sul buonsenso e sull’accondiscendenza degli automobilisti che sul codice della strada. (more…)

Viaggio in Pavia 3

22 aprile 2014

Pavia Ovest: la “città nella città”
di Elia Belli*

Pavia Ovest è un quartiere poliedrico, forse il più poliedrico di Pavia tanto da essere con ogni probabilità la vera città nella città: poco integrata col resto perché indipendente del tutto dal resto. E questo rappresenta a volte una risorsa, altre volte un problema. Tre i rioni di cui si compone: il Ponte di Pietra, la Pelizza, Arsenale-San Lanfranco-Chiozzo. C’è il fiume, la stazione, poli scolastici vecchi e nuovi, l’università e gli ospedali. Ci sono zone dove le case costano davvero tanto e altre zone popolari. C’è anche un pezzo di quartiere staccato dal corpo principale, il Cassinino lungo la statale dei Giovi. Quando ci abitava, lo stesso sindaco di Pavia Cattaneo non esitava a definirla «la Beverly Hills pavese». Altissimo l’indice di edificabilità negli ultimi anni tanto che sono davvero molti i nuovi appartamenti in vendita. Tra questi l’area di Green Campus, sequestrata anche dalla magistratura per ipotesi di lottizzazione abusiva. Accanto l’area della Madonnina, rappresenta un intervento urbanistico di espansione davvero notevole. E anche in via Riviera i piccoli pezzi di verde accanto alle case che affacciavano sulla strada si sono progressivamente trasformati in insediamenti abitativi. La qualità della vita è complessivamente abbastanza alta e paradossalmente si abbassa e vive di più problemi in prossimità del centro storico rispetto alle zone più periferiche. Si pensi a quanto accade in stazione, dove anche recentemente una donna è stata vittima di aggressione, in galleria Manzoni o nella zona del Ticinello. «Non sono zone sicure – spiegano i residenti – anche se adesso con l’abbattimento della succursale del Copernico al Ticinello va un po’ meglio perché non ci sono più abusivi che la occupano e ci vivono».
Problemi diversi per ogni rione: «Il Ponte di Pietra – spiega Matteo – è il parcheggio dei pendolari, alla Pelizza mancano i servizi a fronte di qualche migliaio di abitanti nuovi, c’è solo l’Unes e un Bar, e, poi la zona Arsenale, San Lanfranco e Chiozzo scontano pochi servizi distribuiti sui lunghi chilometri di strada, e una strada molto stretta e trafficata». (more…)

Viaggio in Pavia 2

13 aprile 2014

Borgo Ticino. Sicurezza e viabilità
di Elia Belli *

Di fatto tra due fiumi. Il Borgo Ticino è delimitato a Nord dal Ticino e a Sud dal Gravellone. Ha sempre preservato gelosamente la propria identità tanto da mal digerire quella annessione antistorica a Pavia Storica quando la città venne divisa in soli cinque quartieri e il Borgo confluì in un’unica circoscrizione insieme al centro storico. «L’averci tolto il quartiere – spiegano i borghigiani – non aveva senso allora e continua a non avere senso oggi». Eppure è proprio la vicinanza al centro storico a renderlo molto appetibile anche dal punto di vista immobiliare. Dopo la lottizzazione dell’area accanto al Vul, al momento sono in fase di realizzazione appartamenti nell’area Landini, una zona di 12 mila metri quadrati di superficie. «Non siamo centro storico e non abbiamo gli stessi problemi del centro storico. Per esempio, abbiamo problemi viabilistici che esulano dalla città». Il riferimento è alle due arterie che partono perpendicolarmente dal Ponte Coperto e percorrono il Borgo: via Milazzo, da una parte, e via dei mille dall’altra. «Il problema non è tanto il traffico e le macchine che passano, ma il fatto che non sia regolato. In via dei Mille, ad esempio, ci sono macchine sempre parcheggiate in doppia fila e c’è un solo posto per il carico e scarico in tutta la via. Il risultato è che i furgoni sono parcheggiati ovunque». «Ora capisco che i parcheggi in centro costino caro – spiega una residente del Borgo Basso – però via Milazzo è diventata il parcheggio dei commercianti e dei dipendenti delle banche del centro: posteggiano la mattina e la ritirano nel tardo pomeriggio».
Problemi comuni tra le due zone del quartiere anche per quanto concerne il tema della sicurezza. «Mia figlia – racconta Laura, residente in Via Milazzo – la sera esce con gli amici e ha un po’ paura di tornare a casa da sola a piedi perché spesso nei giardinetti dietro prima del Borgo Basso stazionano persone poco raccomandabili, spesso ubriache. Tanto che la mattina è un cimitero di bottiglie rotte anche sugli scalini che portano al Ponte Coperto». (more…)

Viaggio in Pavia 1

5 aprile 2014

Mirabello/Scala. Due rioni lontani dal “cuore” della città
di Elia Belli *

Il titolo evoca un prezioso volumetto di Cesare Angelini, pagine in cui il sacerdote letterato si misura con la storia e l’attualità cittadina del suo tempo. Erano gli anni Cinquanta e Sessanta. Un racconto attualizzato oggi da Elia Belli in questi reportage per il settimanale “il Ticino”.

Partenza dal Borgo, dopo un panino al volo preso in pausa pranzo. Scorre a fianco il Vul: c’è il sole, è pieno di gente. Idem al passaggio accanto al Castello Visconteo: i giardini sono pieni di gente, che studia, pranza, legge, chiacchiera. Passa il Naviglio coi suoi lavori in corso, via Olevano, la rotonda della tangenziale e, dulcis in fundo, la Scala prima e Mirabello, poi. In giro pochissima gente, anzi praticamente nessuno. Anche il Parco della Vernavola non dà grandi soddisfazioni se non per un jogger e un anziano a passeggio col cane. «Di giorno sono tutti al lavoro», spiegano gli anziani al bar all’oratorio, mentre giocano a carte. E aggiungono: «i furti ci sono anche per quello». Eppure non sembra sia la sicurezza domestica a preoccupare di più gli abitanti di Mirabello bensì quella stradale. «La petizione per chiedere la costruzione della rotonda tra via Montemaino e la Vigentina – spiegano – è sicuramente l’argomento più di attualità per il paese».
Sì, “paese” perché Mirabello è Pavia, anche se… «E poi ci sono i marciapiedi in via Montemaino che mancano: insomma i problemi sono sempre gli stessi da anni e restano tali perché nessuno li risolve». «Ci sono cose su cui davvero siamo tutti d’accordo e che andrebbero fatte. E, poi, ce ne sono altre di cui sarebbe comunque importante parlare come, ad esempio, la sicurezza viabilistica in via Mirabello che, con auto parcheggiate a lato della strada e l’autobus che passa, non è per niente sicura al transito». E, tra gli interventi “plebiscitari”, Francesca colloca quello al cimitero di Mirabello: «Andrebbero costruiti degli ossari sul lato verso la campagna, dove c’è il muro vuoto. Anche perché adesso ci ritroviamo con il problema dell’esumazione dei defunti seppelliti da più di vent’anni le cui spoglie verranno spostate negli ossari vuoti a San Giovannino a Pavia. Sarebbe forse il caso di costruire le cellette qui a Mirabello, in modo da non essere obbligati al trasferimento». E aggiunge: «Anche perché per gli anziani arrivare al cimitero Maggiore è un problema e avere i defunti vicino sarebbe meglio». (more…)