Il gallo dalle uova d’oro

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di Giovanni Giovannetti

Sentite questa: la Lega (al) Nord “ripudia” il generale Roberto Vannacci, e di conseguenza quella di Salvini lo candida alle Europee come capolista, sì ma indipendente, solo al Centro. Stando ai commentatori de noantri tutto questo paleserebbe una frattura interna nella Lega salviniana tra chi il Vannacci proprio non lo regge (anche in nome dell’antifascismo identitario dei Bossi e dei Maroni, alla faccia del camerata Borghezio) e chi invece, fatti due conti, lo ritiene un messianico intercettatore di altre identità: quelle machiste, razziste e piacione dell’estrema destra, di cui il Vannacci si è fatto buon tribuno. Nella Lega la lotta appare dunque dura, e senza paura il pavese Gianmarco Centinaio, “contrario” a candidarlo, rispolvera il padre «picchiato dai fascisti»: può essere, ma non lo ricordo. Ricordo invece il Gian nel 2007 fianco a fianco dei camerati di Forza Nuova in fiaccolate contro i Rom accampati alla Snia; e poi a solidarizzare con i medesimi, s’intende i medesimi nazi, anche dopo il pogrom di Pieve Porto Morone (filoleghisti e filonazisti nottetempo diedero l’assalto ai rom momentaneamente ospitati in una struttura religiosa nei pressi di Pieve Porto Morone). Insomma, l’opposizione interna al candidato Vannacci (è attualmente sotto inchiesta per peculato e per istigazione all’odio razziale) sa di gioco delle parti, una intrepida operazione per darla a bere ai leghisti “doc” e così sommare il voto di chi – leghista e antifascista – per davvero il Vannacci lo avversa con il voto di quelli che il generale, cameratescamente, lo hanno invece in simpatia. Insomma, senza più un’identità, senza più un progetto politico e parole d’ordine riconoscibili, per quanto discutibili (“Via da Roma…” “Prima il Nord…” “Roma ladrona la Lega non perdona…”), la Lega attuale, quella dell'”uomo del ponte” tra la Calabria e la Sicilia, cerca il suo “spazio vitale” a destra della destra, là dove osano le quaglie.

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