Il 2 novembre si è spenta l'anziana madre di Giovanni Giovannetti. Era una donna mite, buona e generosa. Ci mancherà. (L.V.)
Come se fosse una lettera ai miei figli
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Vorrei che questo lutto diventasse bellezza, la bellezza di una vita vissuta nel coltivare il rispetto e la fiducia negli altri. Sì, perché, da lei, da mia madre, ho imparato molto di quello che so.
Vorrei che di questa sua bellezza si nutrissero i miei figli: Samuel, Francesco, Martina, Uliano, Emilio. Che il suo lascito arrivasse lì, a voi, attraversando l'immenso dolore di una perdita che, in queste ore, siamo chiamati a condividere con i vostri cugini e coetanei Cecilia e Tommaso, la cui mamma cinquantenne, la zia Carla, è morta il 2 novembre, tre giorni fa, come la nonna.
Nostro è anche il dolore di mia cugina Franca, lei che ha visto morire la sua anziana mamma nel mese di agosto, così come nostro è il dolore di vostra madre Chiara e dei suoi fratelli e sorelle, dopo la morte di nonno Mario, suo padre, in maggio.
È stato un anno così, costellato da lutti…
E vostro nonno Mario era anche un valente poeta, molto attento alla forma dei suoi «messaggi di bellezza» che, amava dire, «ci sospingono verso l'ideale, che ci allontanano dal contingente, dal frammentario, dall'effimero».
Nonostante la sua vocazione al sublime, quando scriveva di getto e di pancia, quelli erano i suoi versi migliori, i più potenti. Come appunto il componimento che ora vi leggo.
Lo stare insieme
è un’esperienza da provare.
Lo stare insieme aiuta a sopportare
la fatica di vivere
nel quotidiano.
È il compagno che passa la borraccia;
è l’amico che porge
una parola buona per il guado;
è il fratello che si sobbarca il peso.
Lo stare insieme
è un ridere in famiglia
attorno al desco
per una sosta prima della corsa.
Lo stare insieme è un concerto d’armonie;
il grave si lega con l’acuto
e le trombe sorreggono i violini
con i flauti a diffondere letizia.
Lo stare insieme è un canto a voce piena
che avvalora ogni briciola di fiato
e nel vigore del coro traduce
l’esilità tremante di ciascuno.
Compagno amico sodale fratello
sventolio di panni chiari
al vento nuovo dell’aprile.
«…e nel vigore del coro traduce / l’esilità tremante di ciascuno». Noi e gli altri, ovvero la famiglia umana, in tempi in cui gli umani sembrano dimenticare l'amore per il prossimo, l'aiuto fraterno e la solidarietà di specie.
Noi e gli altri. È anche l'insegnamento della nonna Pina, che ora qui salutiamo. E allora che la ragione nutra il sentimento, così che il lutto ritrovi la bellezza, e la bellezza della nonna Pina, di nonno Mario, della zia Carla riviva infine in voi.
Ciao dolce Pina.
3 novembre 2010 alle 09:29 |
caro giovanni, ti sono particolarmente vicino
nico codazzi
3 novembre 2010 alle 11:56 |
Un abbraccio fraterno
Andrea
4 novembre 2010 alle 22:38 |
"Le parole sono senza tempo. Si dovrebbero dire e scrivere con la consapevolezza della loro atemporalità." (Khalil Gibran)
Sinceramente dispiaciuto, ti sono vicino il più possibile. Ogni ulteriore parola è superflua e quasi dannosa, sto vivendo in questi mesi un'esperienza identica. Quando e se vorrai, sai che per te ci sono sempre. Un grosso e forte abbraccio con stima, fraterna amicizia e rispetto.
Mattia
6 novembre 2010 alle 16:01 |
Caro Nico, caro Andrea, caro Mattia…
Grazie
9 novembre 2010 alle 13:01 |
Gentilissimo signor Giovannetti, noi non ci conosciamo ma desidero ugualmente porgerle le mie più sentite condoglianze per i recenti lutti che hanno colpito lei e la sua famiglia e di cui purtroppo ho avuto notizia solo ora.
In realtà noi abbiamo qualcosa in comune perchè io sono la mamma di Rebecca, la ragazza di Uliano, che lei ha così gentilmente ospitato quest'estate in Toscana e ne approfitto per ringraziarla ancora per la disponibilità dimostrata nei suoi confronti.
Lei parla di bellezza che scaturisce dal lutto e questo mi commuove profondamente, perchè credo sia l'approccio giusto che bisogna avere nei confronti della morte, che pure ci addolora. La vita è bellezza e dovrebbe esserlo per tutti, anche se putroppo vediamo ogni giorno che non è così. Ci sono troppe brutture e ingiustizie, ma quando guardo i nostri ragazzi insieme non posso che ammirare la bellezza del loro amore che è sacro agli occhi del mondo e rimanerne incantata.
Cordialmente
Annamaria Carrera
15 novembre 2010 alle 22:57 |
l'ho letto ora. mi spiace tanto, un abbraccio forte.
armando