La casa in fiamme

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di Giovanni Giovannetti

“Ladri” nuovamente in casa mia, anzi piromani. E se la notte tra il 30 e il 31 dicembre le fiamme non hanno avvolto l’intera abitazione lo si deve al tempestivo allarme dato da un vicino: fuoco nel seminterrato, la porta che dà sul cortile spalancata (in modo che non restassero dubbi sulla natura dolosa dell’incendio) così da rendere visibili le fiamme. Se l’allarme fosse scattato con qualche ritardo, se le fiamme si fossero via via propagate all’intero seminterrato, ora non saremmo qui a lamentare danni in fin dei conti contenuti (qualche centinaio di libri andati in fumo e poco più).
Un “ladro” mi aveva già fatto visita un paio di settimane prima (di nuovo tra domenica e lunedì). Forzando la finestra della cucina, nottetempo qualcuno era entrato, aveva aperto i cassetti e gli armadi in tutte le stanze per poi andarsene senza rubare niente. Un avvertimento: quasi a dire “non sentirti al sicuro nemmeno in casa tua; qui noi entriamo quando ci pare”.

A meno di non credere alla visita della befana, sembra scontato il nesso con le recenti battaglie sulla criminalità urbanistica (le lottizzazioni abusive di Punta Est al Vallone e di Green Campus al Cravino, oltre alla illecita cementificazione delle Ortaglie di via Langosco, per citare le più vicine) condivise con Franco Maurici, Walter Veltri, Paolo Ferloni e gli altri esponenti della lista civica Insieme per Pavia.
Sabato 15 dicembre l’auto del Consigliere comunale Veltri è andata a fuoco. Meno di un mese prima, sopra l’ingresso dello studio dell’avvocato Maurici per due volte qualcuno ha disegnato croci a morto.
Ma già il 16 febbraio, le vetrine di Insieme per Pavia sono andate distrutte a picconate; anche in questo caso era la seconda volta. 
Il 17 maggio al blog Direfarebaciare è stato inoltrato questo anonimo commento, l’ultimo di una serie: «Stanotte è morto un mio amico. Siate più buoni. Non fate che qualcuno desideri danzare sulle vostre tombe».
Tutto questo per quale scopo? Atti intimidatori, volti a farci recedere dal denunciare la diffusa criminalità urbanistica cittadina? Le fantomatiche mafie? No, si direbbe una reazione emotiva (e sottolineo emotiva): voi danneggiate noi e noi danneggiamo voi, distruggendo vetrine, bruciando case e auto. Per ora rileviamo solo danni alle cose.
Ma non meno di certi episodi, desta sconcerto il laissez-faire delle Forze dell’ordine: secondo taluni l’incendio all’auto di Veltri, una Opel, non andava ritenuto doloso poiché «nei paraggi non era stata rinvenuta nessuna tanica di benzina» (sic!); l’auto non è stata poi sottoposta a sequestro e non si sono avuti accertamenti («sono indagini costose», hanno detto), anche dopo che il responsabile assistenza Opel Fabio Marazzi aveva potuto riscontrare «l’integrità di tutto l’impianto elettrico presente nel vano motore, a partire dai fusibili di potenza dell’impianto situati nel vano batteria anteriore». Come ha scritto il perito, «non sono presenti segni di surriscaldamento che indurrebbero ad ipotizzare un cortocircuito».
E ancora: i due carabinieri in borghese venuti a casa mia il giorno dopo la prima “visita” hanno ignorato alcune impronte lasciate dal “visitatore”, ben chiare sulla neve. Peggio: ci sono passati sopra. Sciatteria?
In gioco non è solo qualche bene immobile, ma la stessa coesione sociale, il senso della comunità, dopo che per anni le stesse istituzioni hanno sistematicamente gufato con affaristi e lestofanti interni ed esterni ai partiti. Come è ovvio, la solidarietà di molti in queste ore è stata ben gradita. Ma ancora più gradito sarebbe l’abbozzo di una riflessione autocritica da parte di chi – a destra così come a sinistra – per decenni omertosamente ha taciuto le illecite istanze corruttive ai più alti quadri istituzionali, favorendo la rassegnazione quando non l’assuefazione civica, di fronte alla truffaldina deroga alle regole. E sto parlando dei responsabili politici e morali di questa deriva.

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18 Risposte to “La casa in fiamme”

  1. Johnny Says:

    Giovanni non sei e non rimarrai solo. Massima solidarietà.

  2. Mattia Sguazzini Says:

    Solidarietà nei vostri confronti.
    Mi sono permesso di scrivere un post a riguardo.
    Spero di non aver scritto bestialità. Mi son permesso di inserire questo post, a fondo di un mio articolo, citandola.

  3. Anonimo Says:

    Solidarietà a un uomo che, insieme a pochi altri, sta conducendo una dura battaglia contro evidenti interessi criminali nel campo dell’urbanistica che, avviati già qualche anno addietro, hanno raggiunto la loro apoteosi con Cattaneo sindaco, Moro a fare il prescelto dirigente all’urbanistica e Filippi Filippi a difendere apertamente proprio interessi urbanistici ritenuti loschi dalla magistratura, tanto da essere destinatario di un’informazione di garanzia per associazione per delinquere.
    Giovanni carissimo, come puoi pensare che i mandanti politici e morali di uno scempio simile, nonchè difensori dichiarati di crimini ricoosciuti possano fare una riflessione autocritica? La via del consenso elettorale, purtroppo, passa anche da certe scelte.

  4. Giorgio Says:

    La massima solidarietà, Giovanni, ho ripreso anch’io questo racconto:

    http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2012/12/31/la-casa-in-fiamme/

    E se provassimo a fare una rete di testate e blog per rilanciare le vostre denunce?

    Giorgio

  5. La casa in fiamme | Nazione Indiana Says:

    […] Continua a leggere qui. […]

  6. Anonimo Says:

    Voi siete di Pavia, la mafia l”ndragheta e la camorra, esitono solo nel sud d’Itlia? Non direi, ma, forse, per gli inqurenrenti, mah, chissà….

  7. APPOGGIO E SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI DI “ INSIEME PER PAVIA” VITTIME DI INTIMIDAZIONI CRIMINALI Says:

    […] la-casa-in-fiamme […]

  8. Lara Says:

    splendido reportage. un po agghiacciante.

  9. Pavia, resistenze alla criminalita urbanistica « Georgiamada Says:

    […] “Ladri” nuovamente in casa mia, anzi piromani. E se la notte tra il 30 e il 31 dicembre le fiamme non hanno avvolto l’intera abitazione lo si deve al tempestivo allarme dato da un vicino: fuoco nel seminterrato, la porta che dà sul cortile spalancata (in modo che non restassero dubbi sulla natura dolosa dell’incendio) così da rendere visibili le fiamme. Se l’allarme fosse scattato con qualche ritardo, se le fiamme si fossero via via propagate all’intero seminterrato, ora non saremmo qui a lamentare danni in fin dei conti contenuti (qualche centinaio di libri andati in fumo e poco più). Un “ladro” mi aveva già fatto visita un paio di settimane prima (di nuovo tra domenica e lunedì). Forzando la finestra della cucina, nottetempo qualcuno era entrato, aveva aperto i cassetti e gli armadi in tutte le stanze per poi andarsene senza rubare niente. Un avvertimento: quasi a dire “non sentirti al sicuro nemmeno in casa tua; qui noi entriamo quando ci pare”. A meno di non credere alla visita della befana, sembra scontato il nesso con le recenti battaglie sulla criminalità urbanistica (le lottizzazioni abusive di Punta Est al Vallone e di Green Campus al Cravino, oltre alla illecita cementificazione delle Ortaglie di via Langosco, per citare le più vicine) condivise con Franco Maurici, Walter Veltri, Paolo Ferloni e gli altri esponenti della lista civica Insieme per Pavia. Sabato 15 dicembre l’auto del Consigliere comunale Veltri è andata a fuoco. Meno di un mese prima, sopra l’ingresso dello studio dell’avvocato Maurici per due volte qualcuno ha disegnato croci a morto. Ma già il 16 febbraio, le vetrine di Insieme per Pavia sono andate distrutte a picconate; anche in questo caso era la seconda volta. 
Il 17 maggio al blog Direfarebaciare è stato inoltrato questo anonimo commento, l’ultimo di una serie: «Stanotte è morto un mio amico. Siate più buoni. Non fate che qualcuno desideri danzare sulle vostre tombe». Tutto questo per quale scopo? Atti intimidatori, volti a farci recedere dal denunciare la diffusa criminalità urbanistica cittadina? Le fantomatiche mafie? No, si direbbe una reazione emotiva (e sottolineo emotiva): voi danneggiate noi e noi danneggiamo voi, distruggendo vetrine, bruciando case e auto. Per ora rileviamo solo danni alle cose. Ma non meno di certi episodi, desta sconcerto il laissez-faire delle Forze dell’ordine: secondo taluni l’incendio all’auto di Veltri, una Opel, non andava ritenuto doloso poiché «nei paraggi non era stata rinvenuta nessuna tanica di benzina» (sic!); l’auto non è stata poi sottoposta a sequestro e non si sono avuti accertamenti («sono indagini costose», hanno detto), anche dopo che il responsabile assistenza Opel Fabio Marazzi aveva potuto riscontrare «l’integrità di tutto l’impianto elettrico presente nel vano motore, a partire dai fusibili di potenza dell’impianto situati nel vano batteria anteriore». Come ha scritto il perito, «non sono presenti segni di surriscaldamento che indurrebbero ad ipotizzare un cortocircuito». E ancora: i due carabinieri in borghese venuti a casa mia il giorno dopo la prima “visita” hanno ignorato alcune impronte lasciate dal “visitatore”, ben chiare sulla neve. Peggio: ci sono passati sopra. Sciatteria? In gioco non è solo qualche bene immobile, ma la stessa coesione sociale, il senso della comunità, dopo che per anni le stesse istituzioni hanno sistematicamente gufato con affaristi e lestofanti interni ed esterni ai partiti. Come è ovvio, la solidarietà di molti in queste ore è stata ben gradita. Ma ancora più gradito sarebbe l’abbozzo di una riflessione autocritica da parte di chi – a destra così come a sinistra – per decenni omertosamente ha taciuto le illecite istanze corruttive ai più alti quadri istituzionali, favorendo la rassegnazione quando non l’assuefazione civica, di fronte alla truffaldina deroga alle regole. E sto parlando dei responsabili politici e morali di questa deriva. Da Luoghi di sconfinamento. […]

  10. Angela Says:

    Ho dato notizia sul mio spazio FB. Massima solidarietà per respingere provocazioni criminali!

  11. Cettina Says:

    Massima solidarietà a Giovannetti. Non ti lasceremo solo.

  12. Staff del blog Viviborgarello Says:

    Solidarietà all’amico Giovanni che dimostra ogni giorno quanto sia pericoloso testimoniare e dimostrare l’esistenza del partito del cemento e l’intesa tra una certa politica e le organizzazioni criminali. Grazie alla sua quotidiana azione di denuncia e quella di altri pochi testimoni, si sta manifestando il carattere bieco di questa lobby, a monito di coloro che al partito del cemento fanno affidamento. Ci riferiamo a chi confida nella costruzione di ecomostri e centri commerciali, funzionali e vantaggiosi alle sole organizzazioni economiche (lecite o illecite?) che vi stanno dietro e ai malversatori della politica che spingono da anni – chissà perché – affinché questi business vengano realizzati.
    Attenzione a fidarvi di loro, pur se vi promettono occupazione e benessere, prima o poi passeranno a riscuotere….con gli interessi.

  13. chiappanuvoli Says:

    Massima solidarietà. Un abbraccio.

  14. virginialess Says:

    Non immaginavo una Pavia omertosa nei confronti della lobby cementizia. Non mi consola per nulla tuttavia (sono laziale) aver compagni al duol… Esprimo, per quel che vale, la mia solidarietà.

  15. Staff del blog Viviborgarello Says:

    La miglior solidarietà si esprime non a parole. Denunciare sempre ogni piccola o grande “stranezza”. Fare rete, non lasciare che si espongano sempre i soliti paladini. Indignarsi in massa e manifestare apertamente e pubblicamente il proprio dissenso all’omertà e alla connivenza. Solo lavorando per creare una cultura della legalità si riuscirà alla fine a sconfiggere il male che trova spazio tra la politica e il cemento. Lo possiamo ancora fare, qui, in Lombardia, dove il tessuto sociale è ancora sano, permeato di onestà e lavoro, dove il senso civico, spesso sopito, non deve lasciare terreno al qualunquismo, allo sconforto e al disimpegno, substrato ideale per l’attecchimento del seme mafioso. Un pizzico di coraggio da parte di ognuno può arginare il cancro sociale e rendere difficoltosa l’infiltrazione tossica nelle nostre comunità. Noi di http://www.viviborgarello.it diamo ogni giorno il nostro modesto contributo alla causa della legalità.

  16. Davide Tininini Says:

    In un mio precedente intervento su questo stesso blog, a proposito dei messaggi intimidatori di qualche Trequartino, scrivevo: “Una vetrata danneggiata, una violazione di domicilio, stanze a soqquadro, un’ auto incendiata, e delle croci nere sul portoncino di uno studio legale sono il risultato di una battaglia civile contro l’illegalità, e il malaffare mafioso”. Era il 18 dicembre 2012; passano dodici giorni, e la casa di Giovanetti prende fuoco: incendio doloso. Siccome a Pavia continuano ad accadere fatti inquietanti, ripropongo per la seconda volta l’appello alle istituzioni che già scrissi dodici giorni fa, nella speranza di non doverla ripetere per la terza volta. Si è partiti da un sasso contro una vetrata e siamo arrivati alle fiamme appiccate in un seminterrato di un’abitazione. “Le forze dell’ordine non ne sottovalutino la portata, ed esaminino il caso attentamente prima che sia troppo tardi. Auspico che lo Stato tuteli sé stesso attraverso i cittadini onesti che a viso aperto stanno segnalando sia all’opinione pubblica, sia all’autorità giudiziaria, l’inquietante attività illegale di un cancro che ha deciso di mettere radici anche a Pavia”. Se qualche maître à penser del Mezzabarba è ancora convinto che Pavia sia una città tranquilla e per bene, lo ribadisca con la medesima sicumera da bamboccione: prossimamente ci saranno le elezioni.

    Davide Tininini

  17. morena Says:

    carissimo Giovanni , esprimo tutta la mia solidaieta’ a te e al gruppo di insieme per pavia per questi atti vili e disonesti tipici di persone vili e disoneste ma non bisogna mollare mai

  18. Fabrizio Carena Says:

    Giovanni Giovannetti sul suo blog il 23 dicembre scrive: La democrazia non è scontata per sempre. L’abitudine o l’attitudine istituzionale a violare le norme non può che incrinare il tessuto democratico, fino a dargli progressivamente scacco. E lo si vede a Pavia, città ormai soffocata da affarismo, dalle rendite parassitarie e da quella illegalità istituzionale volta alla privatizzazione dei beni comuni. E piovono minacce a chi dalla società civile fronteggia tutto questo. Per arginare una tale deriva, magistratura e forze dell’ordine devono fare la loro parte ma anche i cittadini, chiamati a un fronte comune, quasi un governo-ombra di salute pubblica capace di separare ciò che è lecito da ciò che non lo è, favorendo altresì l’ascesa di una nuova classe dirigente, più attenta ai beni collettivi.
    Non voglio credere che ancora una volta gli italiani si dimostrino così imbecilli da consegnare il Parlamento a satiri, prostitute, mafiosi, affaristi senza scrupoli e politici di professione che in quelle aule sono cresciuti e invecchiati. E’ ora di cambiare, è tempo di risvegliare la coscienza civile dal letargo in cui costoro, l’hanno fatta sprofondare. Ricordando Goya, Il sonno della coscienza civica (che scende dalla ragione) genera mostri, ma anche tanti piccoli gozzilla come coloro che nella nostra realtà locale dalla politica traggono linfa per i loro affari.

    E’ ora di cambiare, di rottamare, di svecchiare la classe politica, ma anche di rinnovarla nello spirito e nelle intenzioni. E’ ora di dare fiducia a quella minoranza che nella politica vede un pessimo affare, in cui spendere tempo, risorse, incazzature ed energie, ma decide di investirvi ugualmente per il bene della collettività e per soddisfare intimamente il proprio senso di civiltà. E’ una questione di orgoglio, non va a nessuno che l’Italia sia allineata al Ghana come livello generale di corruzione, mi ripugna leggere sui giornali i recenti fatti di cui è vittima Giovannetti, ma anche il consigliere Veltri e l’avvocato Maurici. Perché di mala politica si tratta.

    Mi colpevolizzo per non essermi indignato abbastanza in passato e per non essermi opposto, per non aver denunciato il marcio che ho visto scorrere, stando sulla riva del fiume. Non possiamo più dormire, delegare la gestione della cosa pubblica alla joint-venture delle Caste e Cosche S.p.A.

    Come giustamente asserisce Giovanni, il cittadino dovrebbe essere un’entità temibile da costoro che operi con desta coscienza il miglior servizio di controllo. Non siamo nel profondo Sud, dove secoli di oscurantismo e baronìa borbonica, di oppressione mafiosa, in seguito, hanno scolpito la rassegnazione nell’indole del cittadino medio. Non voglio sembrare razzista, abbiamo infiniti difetti, noi gente del Nord, ma siamo i nipoti del Risorgimento, delle V Giornate di Milano, siamo i figli della Resistenza.

    Altri tempi, certo. Il compagno “Maurizio” non viveva alla macchia con l’I-Phone. Non organizzava gli assalti alle colonne tedesche muovendosi sulle colline con la sua BMW X5 e tra un agguato e l’altro non volava alle Maldive per rinfrescare l’abbronzatura. Decenni di benessere reale o apparente ci hanno fatto illudere che questo stile di vita ci sia dovuto, che sia figlio della democrazia, che fosse sufficiente dare il voto a taluni per assicurarsi la continuità del bengodi. Abbiamo sempre troppo delegato, e lasciata la briglia sciolta ad amministratori in cerca di lucro, ai veterani dello scranno e della fascia tricolore. Vigiliamo sulle schifezze e andiamo a votare, ricordando che anche il voto di protesta non è mai buttato al vento.

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