Bücherverbrennungen

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Di questo “reportage” avrei volentieri fatto a meno. Libri bruciati nel seminterrato dato alle fiamme; all’esterno risultano tagliati i fili del telefono. In queste foto vediamo gli effetti dell’incendio doloso appiccato la notte tra domenica 30 e lunedì 31 dicembre al seminterrato di casa mia. Come si noterà, l’unico a non aver subito danni è il quadro elettrico in plastica che governa le luci esterne. Del resto, un’idea su possibili mandanti ed esecutori materiali ormai me la sono fatta, e l’ho riferita alla Polizia giudiziaria. E se i pirlomani pensano di braccare noi, sappiano che braccati devono sentirsi loro. Baciolemani. (G. G.)

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3 Risposte to “Bücherverbrennungen”

  1. ggiovannetti Says:

    A Pavia dopo le auto incendiano case
    di Stefano Pallaroni (“La Provincia Pavese”)

    E’ successo ancora: dopo un’auto data alle fiamme in via Ludovico il Moro a Città Giardino è stato appiccato un incendio a una casa di via Abruzzo in zona Crosione. Adesso è evidente che a Pavia ci sono persone a piede libero che vanno in giro a provocare incendi a scopo intimidatorio. Infatti domenica, poco prima di mezzanotte, hanno dato fuoco allo scantinato dell’abitazione di Giovanni Giovannetti, editore, fotografo, blogger e attivista politico. Giovannetti aveva già ricevuto una visita da parte di persone rimaste ignote che gli avevano messo a soqquadro la casa. Era il 18 dicembre. Non gli avevano portato via nulla, nonostante nelle stanze al piano superiore ci fossero due computer e una macchina fotografica in bella vista. “Entrambe le volte _ spiega Giovannetti _ non ero in casa. Questo significa che c’è chi controlla i miei movimenti. Queste sono reazioni emotive dentro una cultura mafiosa che a Pavia cresce da 20 anni. Lasciate perdere Greenway che è una storia vecchia. Il problema sono gli esposti che con Insieme per Pavia abbiamo presentato in procura su via Langosco, Punta Est, Cascina Spelta e Green Campus. Su tutte queste situazioni sono state avviate indagini. Invito a mettere queste cose in relazione tra loro per vedere cosa hanno in comune”. Poiché si tratta di cantieri o progetti edili che si riferiscono a imprese diverse, non è sui costruttori che Giovannetti punta l’indice, ma di più – a caldo – altro non vuole aggiungere. L’incendio in casa di Giovannetti si è sviluppato domenica dopo le 23,30. E chi ha dato fuoco al locale dove erano riposti libri, carte e appunti, ha lasciato la porta dello scantinato aperta. Una forma di cautela adottata – è probabile – per dar modo ai vicini di lanciare l’allarme e di scongiurare conseguenze più serie all’intero stabile. “Sì, la casa si è salvata per quello _ aggiunge il blogger _ così la gente ha visto le fiamme e ha potuto chiamare i soccorsi. E’ stato sicuramente un atto doloso. Aggiungo che il quadro elettrico della mia abitazione è intatto”. Dalle croci apparse due volte a 48 ore di distanza sul portone dell’avvocato Maurici in pieno centro cittadino a due passi dall’università e dopo l’incendio doloso ai danni dell’automobile del consigliere comunale Walter Veltri, stavolta a Giovannetti sono entrati nello scantinato forzando una porta e provocando un incendio dentro casa. Ogni volta alzando l’asticella della gravità del gesto. Il caso dello scatolone burla con la scritta “bomba” comparso davanti al Mezzabarba all’alba di tre domeniche or sono era stato risolto tempestivamente dalla questura di Pavia attraverso indagini, sollecitate anche dal sindaco Cattaneo, prontamente chiuse con il contributo determinante della Digos. Venne subito appurato che si trattava di uno scherzo cui seguì un dettagliato comunicato stampa firmato dal questore in persona. Per i casi Veltri e Giovannetti, certamente gravissimi e intimidatori, è necessario pretendere altrettanta solerzia ed efficacia. (su Twitter @StePallaroni)

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    Incendio a casa di editore anti cemento
    di Anna Ghezzi (“La Provincia Pavese”, 2 gennaio 2013)
     
    Fiamme divampano nel seminterrato, hanno distrutto libri e carte. «Avvertimento dopo le denunce sulle lottizzazioni»

    Fiamme nel seminterrato della casa di Giovanni Giovannetti, editore, fotografo, blogger e attivista della lista Insieme per Pavia nella notte tra il 30 e il 31 dicembre. E se l’incendio non ha divorato l’intera casa di via Abruzzo, piena di libri, è solo grazie all’intervento della vicina. Le fiamme si vedevano da fuori nonostante la siepe e il pezzo di prato che separa la scala del seminterrato dalla strada: la porta era aperta. «La porta è stata lasciata spalancata da qualcuno che voleva che le fiamme si vedessero: una firma – spiega Giovannetti, che in questi giorni è in Toscana – non mi raccontino che si tratta di cortocircuito: la centralina delle luci è perfetta, nessun segno nemmeno su prese o lavatrice», attacca Giovannetti. Per i vigili del fuoco snon è stato possibile risalire alle cause dell’incendio. Ma del bancale di libri da cui si sono sprigionate le fiamme non resta nulla. Si allunga invece la fila di eventi che coinvolgono Insieme per Pavia: due settimane fa qualcuno era entrato nella villetta del fotografo-editore al Crosione, aveva aperto i cassetti e gli armadi in tutte le stanze senza rubare niente. «Hanno tirato fuori da un cassetto una busta a quadri, con dentro dei soldi stranieri. Non li hanno toccati, solo spostati. Un avvertimento», spiega Giovannetti. Sabato 15 dicembre, con temperatura polare e neve, era invece andata a fuoco nella notte, in viale Ludovico il Moro, l’auto del consigliere Walter Veltri, che ha sporto denuncia contro ignoti sabato: la perizia della concessionaria stabilisce che a causare l’incendio non è stato né il motore né la batteria. E ancora: meno di un mese prima, per due volte nel giro di 48 ore, qualcuno ha dipinto croci nere sopra l’ingresso dello studio dell’avvocato Franco Maurici. Infine lo scorso 16 febbraio qualcuno ha distrutto a picconate le vetrine di Insieme per Pavia, per la seconda volta. «Scontato il nesso con le recenti battaglie sull’urbanistica: Punta Est al Vallone, Green Campus al Cravino, via Langosco condivise con Franco Maurici, Walter Veltri, Paolo Ferloni – dice Giovannetti – Su tutte queste situazioni sono state avviate indagini. La risposta sono atti intimidatori, per farci smettere di denunciare la criminalità urbanistica a Pavia. Qui da vent’anni nessuno fa politica, si fanno affari. Non è cominciato con l’amministrazione Cattaneo, prima c’erano Albergati e la Capitelli, l’area Carrefour e l’ex Snia». Giovannetti non parla di mafie: «A monte c’è piuttosto la cultura mafiosa che prospera a Pavia da anni. L’incendio della mia casa e dell’auto di Veltri sembra una reazione emotiva: voi danneggiate noi nel nostro patrimonio e noi danneggiamo voi nel vostro. Colpisce la sproporzione, l’atteggiamento cattivo». «Le denunce sull’urbanistica di Insieme per Pavia – continua Giovannetti – chiamano in causa imprenditori che si trovano con cantieri sequestrati, lavoratori senza più lavoro, tecnici accusati di cambiare destinazione urbanistica ai terreni, politici». Ma l’editore non indica nessuno: «Abbiamo toccato nervi scoperti dell’affarismo cittadino – conclude – Siamo d’intralcio perché portiamo avanti il problema del rispetto delle regole. Un buon modo per darci solidarietà da parte di partiti e istituzioni sarebbe riconsiderare certe abitudini».

    «Un botto, poi il fumo denso e il fuoco»
     
    Una vicina ha dato l’allarme, le altre non hanno sentito nulla. Nella villetta non c’era nessuno
     
     
    Chiara Terzoli Ho provato a entrare, ma era impossibile. Non avessero chiamato subito aiuto sarebbe bruciato tutto, ci sono migliaia di volumi.
     
    La signora Anna ha sentito un botto, forse un petardo sparato da chissà chi. Poi ha visto del fumo spesso salire dalla casa del vicino, dietro la siepe, dalle scale del seminterrato. Si è spaventata, ha portato fuori il figlio per paura di un’esplosione e ha chiamato l’ex moglie di Giovannetti, che abita poco lontano. «Erano le 23 – ricostruisce Chiara Terzoli – quando mi ha chiamata la vicina dicendo di andare subito. Non c’era nessuno, la casa era vuota dal giorno prima. Io sono arrivata, ho provato ad entrare da sopra con le chiavi di mio figlio per vedere se il fuoco era arrivato anche di sopra, ma c’era troppo fumo. Sotto c’era la porta spalancata e si vedevano le fiamme anche dalle finestre. Da soli non potevamo fare nulla, il locale era invaso dal fuoco. Abbiamo chiamato i pompieri». Terzoli parla di incendio «provocato»: «Il fuoco è partito da un bancale di libri – afferma – staccato dal muro e dagli altri scaffali almeno di due piedi. Lì non ci sono fili nel pavimento, non ci sono prese vicine, la lavatrice è dall’altra parte della stanza. In quel punto non c’è possibilità di un innesco elettrico per l’incendio». Quando i vigili del fuoco hanno spento le fiamme si è sprigionato molto fumo e per farlo uscire hanno rotto i vetri del seminterrato ormai anneriti. Il fuoco ha devastato solo la prima stanza, la lavanderia utilizzata come deposito dei libri della casa editrice Effigie. La lavanderia dà accesso a una stanza più grande e poi alla stanza di uno dei figli. «E’ una sensazione davvero sgradevole – afferma Terzoli – la percezione che qualcuno è entrato e ha fatto delle cose con l’intenzione di danneggiare. Era chiaro che non ci fosse nessuno in casa, ma se nessuno avesse visto, col quantitativo incredibile di libri che ci sono lì dentro sarebbe stato un disastro». «Non ho sentito proprio nulla – dice sconsolata la vicina, il suo cortile confina col giardino selvaggio di Giovannetti – e di movimenti strani qui non se ne sono visti. Almeno quando c’erano i nomadi tenevano pulito, con l’andirivieni e qualcuno sempre in casa era più sicuro». «Eravamo in casa – dice la dirimpettaia – ci siamo accorte che stava succedendo qualcosa solo quando abbiamo sentito le sirene. Pensavamo all’ambulanza, ci siamo preoccupate perché in casa non c’era nessuno. Poi abbiamo visto le fiamme. Brava gente, Giovannetti anche se ogni tanto va sul giornale».

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    Il presidente della commissione antimafia «Attenzione alle accuse senza prove»

    «Un fatto che condanno come persona e come presidente della commissione antimafia, sono certo che gli inquirenti faranno tutti gli accertamenti necessari – dice Franco Martini, consigliere comunale Udc –. Tuttavia sui legami con le inchieste sull’urbanistica starei attento a dire certe cose senza avere riscontri oggettivi. Io mi attengo alle indagini di magistratura e inquirenti: non si può puntare il dito senza prove, rischiano di essere solo illazioni. Gli addetti ai lavori, in compenso, devono dirimere i dubbi nel più breve tempo possibile. Il sindaco Alessandro Cattaneo commenta: «Come sindaco non posso che chiedere, senza allarmismi ma anche senza sottovalutazioni, di approfondire gli episodi che, messi in fila per numero e modalità, fanno pensare alla necessità di non prenderli sotto gamba. Fortunatamente possiamo contare sulla collaborazione delle forze di polizia che, come nel caso del pacco bomba e del vandalo delle lapidi partigiane, possono agire in fretta. Ne parleremo al prossimo tavolo sulla sicurezza». Veltri, Giovannetti, Maurici: denominatore comune le denunce su affari urbanistici con Insieme per Pavia: «Io non arrivo brutalmente alle conclusioni – spiega Cattaneo – ma aspetto il parere degli inquirenti. Come sindaco però non posso tollerare che una minaccia di questo genere sia giustificabile alla luce di una legittima attività politica. Spesso non ne condivido metodi e toni, ma devono avere la possibilità di esprimersi liberamente: tanto più che quando Giovannetti ha fatto nomi e cognomi l’ha fatto in maniera circostanziata, attivando le istituzioni preposte al controllo. Lo chiamerò per dargli mia personale solidarietà». In questi giorno intanto centinaia i messaggi di solidarietà: dal Pd pavese ai consiglieri comunali, dall’assessore Pietro Trivi a Ettore Filippi, passando per Forza Nuova e il circolo Arci Radio Aut.

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    Incendi e intimidazioni la procura apre l’inchiesta
    di Maria Fiore (“La Provincia Pavese”, 3 gennaio 2013)
     
    Dopo il rogo, a casa di Giovannetti trovati tagliati anche i fili del telefono Per l’auto del consigliere Veltri il pm è pronto a disporre una perizia tecnica
     
    GIALLO A PAVIA
     
    Tre fascicoli sul tavolo del magistrato. Diversi, per fatti e per i nomi delle presunte vittime coinvolte. Ma che hanno in comune l’ipotesi di reato – danneggiamenti e incendio doloso in due casi, anche minacce nel terzo – e l’assenza di indagati. La procura di Pavia ha aperto un’inchiesta sull’incendio a casa dell’editore e attivista di Insieme per Pavia, Giovanni Giovannetti, sul rogo che ha distrutto in viale Ludovico il Moro l’auto del consigliere comunale Walter Veltri e sulle croci da morto comparse, in due diverse occasioni, sul portone dello studio dell’avvocato Franco Maurici e della figlia Fabrizia. Avvertimenti? Vendette? Azioni di uno squilibrato? Oppure c’è un’altra spiegazione alla scia di eventi che sta preoccupando in queste ore la città? Sono gli interrogativi a cui la procura di Pavia ha intenzione di dare una risposta. Le indagini sono state delegate alla squadra mobile della questura, che con il dirigente Francesco Garcea dovrà sciogliere i tanti, troppi dubbi che ancora allontanano la verità. A cominciare dal collegamento tra i tre episodi, che per il momento sta proprio nei tre nomi delle vittime, che condividono la battaglia – condotta anche a colpi di esposti in procura – contro il partito del cemento e della speculazione edilizia sul territorio di Pavia. Che dietro a questi fatti ci sia anche una matrice comune o lo stesso autore è solo un’ipotesi, ma questa è la strada imboccata dalla procura dopo l’ultimo episodio: l’incendio a casa di Giovannetti, avvenuto nella notte tra il 30 e il 31 dicembre e in cui è andato a fuoco un bancale di libri, custoditi nel seminterrato. Solo l’intervento della vicina, che ha visto le fiamme e ha dato l’allarme, ha scongiurato il peggio. «Per me il quadro è chiarissimo – dice Giovannetti, che ieri ha ricevuto anche la telefonata di solidarietà del sindaco Alessandro Cattaneo –. Nel locale c’è un pannello elettrico che comanda le luci esterne. La copertura in plastica non è per niente scalfita. Nessun segnale di corto circuito nemmeno vicino alla lavatrice. Il fuoco era concentrato solo attorno ai libri, che sono andati distrutti. Qualcuno deve assumersi la responsabilità di dire come sono andate le cose». I vigili del fuoco, i primi a intervenire nell’appartamento, avrebbero concluso che le cause dell’incendio «non sono accertabili». Questo, però, significa che l’ipotesi dolosa non può essere esclusa. Anzi, è sostenuta da almeno due indizi, in contrasto con l’ipotesi dell’incidente: la porta del seminterrato è stata trovata aperta da chi è arrivato dopo l’incendio e, ancora più importante, i fili del telefono erano stati tranciati. Forse da qualcuno che voleva impedire che gli abitanti (anche se in quel momento in casa non c’era nessuno) potessero chiamare i soccorsi? «Mi sono accorto che i fili erano stati tagliati facendo un sopralluogo più accurato», spiega Giovannetti. Che ora chiede sia fatta chiarezza: «Sulla mia vicenda e sugli altri due episodi manderemo un esposto anche alla Direzione distrettuale antimafia e chiederemo un incontro con il questore, il prefetto e il procuratore». I magistrati, comunque, si sono attivati. Ieri è stata fatta una riunione in procura insieme alla polizia giudiziaria coinvolta nelle indagini. Che si annunciano complesse. Delle croci tracciate con spray nero a metà novembre sul portone dell’avvocato Maurici in via Roma si sta occupando il sostituto procuratore Giulia Pezzino. Il riserbo è assoluto, ma gli elementi a disposizione degli investigatori sarebbero pochissimi. In via Roma non ci sono telecamere e le impronte digitali non avrebbero fornito certezze. Incerto anche l’esito delle indagini sul rogo all’auto di Veltri, avvenuto a metà dicembre. I vigili del fuoco non hanno trovato inneschi. Ma, secondo una relazione della concessionaria, erano integri il motore e l’impianto elettrico. Il magistrato Roberto Valli è orientato a disporre una perizia. Accertamenti super partes che potrebbero chiarire il caso.

     
    «Qualcuno ha perso il controllo»
     
    Rossella: «Ma difficile collegare i casi a quanto fatto in commissione territorio»

    «Inutile dire che l’urbanistica è un tema caldo, su cui si muovono parecchi interessi. Ma collegare questi episodi a quello che si è fatto in commissione territorio, con lo stralcio di alcune schede di interventi dal Pgt, mi sembra una forzatura. Prima bisogna capire cosa è successo davvero». Il presidente della commissione territorio Massimo Rossella non nasconde, però, la sua preoccupazione. «Sono episodi molto gravi – dice –. Mi ha colpito molto l’incendio a casa di Giovannetti, perché è davvero difficile pensare a un incidente. Sembrano piuttosto gesti irrazionali, messi in atto da qualcuno che perde il controllo». Qualcuno che si è sentito danneggiato dall’opposizione ad alcuni interventi edilizi? «Non saprei, impossibile dirlo – risponde Rossella, che aveva votato a favore dello stralcio delle due schede di via Molino tre Mole e Cascina Spelta –. Ovvio che togliere una scheda dal Pgt significa anche colpire chi aveva investito in un progetto». Dal Pgt sono stati tolti, peraltro, altri interventi di privati. «Ma quegli stralci non si possono addebitare a una persona singola, sono il frutto di un iter su cui si esprimono diversi soggetti», prosegue Rossella. E Punta Est? «No, non credo proprio ci sia una connessione con quello che sta succedendo – dice il presidente della commissione –. Di Punta Est si è cominciato a parlare in commissione più di un anno fa, su richiesta del Pd. C’era il professor Paolo Ferloni, ricordo. Poi è intervenuta la procura e la commissione non ne ha più parlato». A marzo il cantiere delle residenze universitarie, che sarebbero state immesse sul libero mercato, fu messo sotto sequestro. E i lavori sono ancora fermi.

    La solidarietà a Giovannetti Maurici, Veltri e Ottini «La città non vi lasci soli.

    La casa di Giovanni Giovannetti è stata data alle fiamme nella notte tra il 30 e il 31 dicembre e rimaniamo davvero sconvolti dalla villania tipicamente mafiosa di questo ennesimo atto intimidatorio nei suoi confronti e nei confronti dei suoi due sodali Maurici e Veltri. Dove il primo si è trovato per due volte dipinta la croce a morto sulla porta del suo studio e il secondo con la macchina ridotta a un mucchio di cenere qualche giorno addietro. Ci pare di vivere in una “Zona Franca” dove le leggi vengono dettati dai criminali più violenti in barba al rispetto delle regole e della convivenza civile. Se oggi lasciassimo Giovanni, Franco e Walter da soli, domani sarebbe troppo tardi anche per noi. Una risposta dalla città va data contro questi atti e le persone devono mettere la propria faccia per dire no a tutto questo. Si tratta della nostra città e del modo con cui la nostra comunità ha deciso di convivere, non possiamo lasciarla alla mercé di un branco di predoni senza scrupoli e in balia alle mafie. Partito della Rifondazione Comunista, Pavia Giovannetti è un giornalista che si è sempre distinto per le sue battaglie contro il consumo di suolo a Pavia e in provincia. Esprimo piena solidarietà all’amico Giovannetti. Chiunque sia il responsabile (mandante, non esecutore) sappia che chi si batte contro la “criminalità urbanistica” non è solo.

    Antonio Ricci segretario cittadino Pd

    Da alcune settimane si susseguono fatti che stanno destando preoccupazione in città. Le croci nere sulla porta dell’avvocato Franco Maurici, l’incendio dell’auto del consigliere Walter Veltri, la prima irruzione nell’abitazione di Giovanni Giovannetti, la scomparsa della documentazione della Commissione Antimafia dalla macchina del consigliere Davide Ottini, e ora l’incendio di parte dell’abitazione di Giovanni Giovannetti. E’ di fondamentale importanza individuare i responsabili di questi atti e il loro movente. Questi fatti sono un’offesa a tutta la città e tutte le istituzioni si devono muovere affinchè nessuno resti solo.

    Fabio Castagna e Antonio Sacchi

    Cosa accomuna queste persone oggetto di intimidazioni? Sono tutti cittadini che da sempre combattono attivamente la mafia qui a Pavia. E quante volte si saranno sentiti dire “Ma voi siete dei pazzi visionari, qui è tutto a posto, la mafia non sta qui”? Immaginiamo moltissime. A loro va la nostra solidarietà, accompagnata da una promessa: non vi lasceremo soli a combattere questa battaglia.

    Circolo Arci Radio Aut

    Sembrerebbe la sceneggiatura di un film ambientato in terra di mafia o in un paese sudamericano infestato dai cartelli del narcotraffico. Invece siamo a Pavia. Come diceva Pasolini, malgrado l’Italia sia un paese dai tanti misteri e dalle trame oscure, a volte basta mettere in fila i fatti e le circostanze per arrivare a conclusioni plausibili. Se il territorio della provincia di Pavia non si attiverà da subito per difendere la legalità, e seguiterà a lasciar soli coloro che lo stanno facendo, si condannerà nell’immediato futuro a una progressiva e ulteriore infiltrazione da parte dei poteri malavitosi, con gli effetti nefasti che ciascuno può immaginare.

    Giuseppe Camerini e Pietro Ferrari

    La Federazione pavese di Forza Nuova condanna il vile attentato incendiario che, fuori da ogni regola del vivere civile, ha colpito Giovanni Giovannetti. Nonostante la lontananza sulle questioni politiche, non possiamo esimerci dall’esprimergli la massima solidarietà nella consapevolezza che il suo impegno morale e professionale nel nostro territorio non venga scalfito da tali avvenimenti. Negli ultimi mesi si stanno moltiplicando attentati, incendi, intimidazioni contro chi ha avuto il coraggio di denunciare eventi malavitosi in città. Oltre ad auspicare una rapida conclusione delle indagini, ribadiamo la nostra vicinanza con quanti, per il bene comune, sono impegnati a difendere la legalità.

    Forza Nuova Pavia

  2. ggiovannetti Says:

    Pavia, gruppo politico nel mirino. Incendiato seminterrato. «Vogliono intimorirci»
    di Enrico Venni (“Corriere della Sera”, 2 gennaio 2013)

    «È stato un incendio doloso». Non ha dubbi Giovanni Giovannetti, editore e giornalista, impegnato politicamente con il gruppo «Insieme per Pavia» in battaglie per la legalità e contro violazioni urbanistiche, dopo l’incendio nella notte tra il 30 e 31 dicembre che ha causato danni al seminterrato della sua abitazione. Ad evitare guai peggiori (Giovannetti non è a Pavia in questi giorni), l’allarme dato ai vigili del fuoco da alcuni vicini. L’episodio è l’ultimo di una serie di atti intimidatori nei confronti di altri esponenti di «Insieme per Pavia»: dalle croci nere tracciate sul portone dello studio dell’avvocato Franco Maurici all’incendio sospetto dell’auto del consigliere comunale Walter Veltri.

  3. ggiovannetti Says:

     Il caso Giovannetti: ma che ne è della mia civile Pavia?
     di Giulio Guderzo (“La Provincia Pavese”, 4 gennaio 2013)

    Leggo con accorato stupore la notizia del nuovo attentato incendiario alla casa di Giovanni Giovannetti. Ma che ne è della civile – anche se, politicamente, tanto più infuocata – Pavia dei miei anni verdi? Allora, dalle colonne della “Provincia” e del “Giornale di Pavia”, per ragioni edilizie e urbanistiche, ci si combatteva su opposti fronti anche più aspramente d’oggi, ma a nessuno sarebbe venuto in mente di ricorrere ad “armi” che non fossero quelle della penna! Perché ha un bel dire il consigliere Martini che questi “nuovi” episodi di delinquenza non si possono, “senza riscontri oggettivi”, attribuire a quelle ragioni, ma mi chiedo e chiedo a lui che cosa, a suo parere, colleghi l’uno all’altro gli episodi medesimi se non le ragioni edilizie e urbanistiche indicate! Spero e mi auguro che il consigliere Martini non pensi ad autoattentati praticati da Giovannetti (ma per interposta persona, perché lui era altrove) Maurici, Ferloni, Veltri, per farsi una rumorosa pubblicità in vista delle prossime elezioni (ma chi di loro è candidato?). Torno alla domanda iniziale: che ne è della “mia” civile Pavia? Possibile che il degrado sia arrivato a incidere nel corpo sociale tanto in profondità da rendere possibile (e in sostanza sopportato) un modo di “far politica” che “allora” imparavamo a conoscere solo attraverso libri e film e ci pareva cosa davvero di un altro mondo? Perché di quell’ “altro mondo” erano pratica corrente pizzo e tangenti, “padrini”, incendi dolosi e “avvertimenti” vari. Da noi, alle elezioni, ci si sfidava e si combatteva con opposte visioni sul futuro di Pavia, ma a nessuno sarebbe saltato in mente di “avvertire” Pedrazzini o Grassi, Sinforiani, Fassina o Giovanni Vaccari, e nenmeno Elio Veltri! O sono io che, invecchiando, non ricordo più bene quegli anni? Qualche coscritto vuole aiutarmi?

    Giulio Guderzo

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    Lista civica nel mirino, la solidarietà del sindaco
    di Maria Grazia Piccaluga (“La Provincia Pavese”, 4 gennaio 2013) 

    Al primo tavolo sulla sicurezza, che sarà convocato in Prefettura, il sindaco porterà il caso Giovannetti. «Gli ho fatto una telefonata privata per esprimergli la mia solidarietà ma anche garantirgli il mio impegno perché si faccia luce al più presto sui questi fatti incresciosi – dice il primo cittadino Alessandro Cattaneo –. Mi farò carico personalmente di questo perché tutti coloro che a Pavia vogliono esprimere un’idea o un’opinione possano farlo liberamente, senza condizionamenti». Tante tessere che apparentemente potrebbero incastrarsi nello stesso mosaico: le croci nere sulla porta dello studio legale Maurici, l’auto in fiamme nella notte del consigliere Walter Veltri, l’incendio (e la precedente incursione) a casa Giovannetti. Tutti legati dall’impegno per tutelare l’ambiente contro la cementificazione. «Io prendo la vita serenamente, il domani non mi preoccupa tanto – dice Paolo Ferloni, il quarto del gruppo che condivide lotte in difesa del territorio e sul quale è inevitabile pensare in questo frangente – Ognuno svolge nella società un ruolo più o meno positivo, se vogliamo questi avvenimenti ultimi ci hanno dimostrato che il ruolo che stiamo svolgendo nella città è positivo. Sono solidale con l’amico Giovannetti e dispiace che quello che è successo sia fonte di una certa rabbia ma questo episodi dimostrano che siamo sulla strada giusta».

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