Archive for the ‘Punta Est Pavia’ Category

Arrestati Angelo Bugatti e Dario Maestri

7 febbraio 2013

E interdizione dai pubblici uffici per Angelo Moro

Affaire Punta Est. Arrestati il prof. Angelo Bugatti (già direttore del dipartimento di ingegneria edile presso l’Università di Pavia) e l’imprenditore edile Dario Maestri. Interdizione dai pubblici uffici per il dirigente comunale Urbanistica e Territorio Angelo Moro. 120.000 euro complessivi sarebbero stati elargiti dall’imprenditore al professore, con Bugatti che sottoscrive un atto d’obbligo – spacciato per convenzione con l’Università – là dove le residenze invece che affittate a studenti erano state poste in vendita sul libero mercato (fra l’altro, anche sfacciatamente reclamizzate). Perquisiti anche ufficio e auto dell’assessore comunale all’Urbanistica Fabrizio Fracassi. I reati contestati a Bugatti, Maestri e Moro vanno dalla corruzione al falso materiale, dall’abuso d’ufficio alla truffa. Nel corso della conferenza stampa in Procura, si è avuta notizia di una coppia intenzionata all’acquisto: i due in realtà erano carabinieri.

Su Punta Est hanno detto…

«La nuova sottoscrizione riguardante Punta Est è in regola con quanto scritto nel piano regolatore» Fabrizio Fracassi, assessore all’Urbanistica (“La Provincia Pavese”, 9 luglio 2011).

C’è un nuovo accordo per cui «il privato si impegna a rispettare gli impegni assunti con l’università di Pavia realizzando unità immobiliari con l’adozione delle migliori tecniche per scopi di ricerca» Angelo Moro, dirigente comunale all’Urbanistica (“ La Provincia Pavese”, 9 luglio 2011)

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Li conti torneno

11 dicembre 2012

Punta Est, sequestro confermato
da Pavia, Giovanni Giovannetti

La suprema Corte di Cassazione ha confermato il sequestro dell’area di Punta Est disposto dalla Procura pavese il 23 marzo 2012 (una lottizzazione abusiva, e fra gli altri reati riscontriamo anche la violazione della legge Galasso sulla tutela dei suoli). Dunque la Procura segna anche questo gol nei tempi supplementari alla Cortazza di Dario Maestri e della figlia Eleonora, proprietari dell’area. La partita è conclusa e per il costruttore e i lacché della banda Filippi non resta più nemmeno il tempo per portare la palla al centro. E forse quel magistrato al secondo piano di Piazza del Tribunale, a questo punto non limiterà il suo operato al mero rinvio a giudizio. Vedremo.
Che dire poi delle residenze multipiano vista parco edificate dal Maestri a Cascina Spelta sempre più vicine al corso d’acqua della Vernavola, eludendo nuovamente la “Galasso” (una mania). L’amico e sodale dell’ex vicesindaco Filippi è ora indagato per associazione a delinquere finalizzata a truffa e corruzione dopo l’oneroso compenso di 41.140 euro (34.000 più Iva) ad Enrico Colosimo, un… diciamo consulente con entrature in Soprintendenza, “consulenza” al solito suggeritagli dal Filippi, come singolarmente riconosce Maestri stesso in una mail al Colosimo del 23 ottobre 2010, questa: «Facendo seguito al colloquio avuto col Dott. Filippi, con la presente le confermiamo il nostro interesse alla Sua collaborazione di assistenza sia per la pratica in corso che per le eventuali future. In riferimento al compenso richiesto per la nostra prima pratica ci permettiamo di sottolineare che ci sembra eccessivo, ma che ciò nonostante le verrà corrisposto, magari con un piccolo sconto… per le successive sarà necessario discuterne il compenso di volta in volta per trovare sicuramente un accordo. Non appena riceveremo il tutto, saremo pronti per il saldo. Cordialmente, Dario Maestri».
Ne parlo in questo commento a Telepaviaweb del 10 dicembre scorso.

Maestri e Filippi unti nella lotta

20 novembre 2012

In una mail al faccendiere Colosimo, il costruttore indagato chiama a correo l’ex vicesindaco amico dei mafiosi
da Pavia, Giovanni Giovannetti

“Punta Est” e “Cascina Scova” sono iniziative del clan Maestri. Sul cantiere di “Punta Est” sotto sequestro (73 alloggi per studenti in realtà in vendita sul libero mercato immobiliare come «residenze di pregio») pende l’accusa di lottizzazione abusiva e violazione della legge Galasso; mentre al contiguo Centro benessere di “Cascina Scova” la piscina e il campo da tennis sono sostanzialmente privati eppure «aperti al pubblico», così da aggirare norme e oneri di urbanizzazione.
A cento passi da “Punta Est” e “Cascina Scova”, lungo viale Lodi si trova “Cascina Spelta”, là dove “la Cortazza” di Dario Maestri ha edificato residenze multipiano vista parco, sempre più vicine al corso d’acqua della Vernavola, eludendo nuovamente la “Galasso” (una mania). Il costruttore è ora indagato per associazione a delinquere finalizzata a truffa e corruzione dopo l’oneroso compenso di 41.140 euro (34.000 più Iva) ad Enrico Colosimo, un… diciamo consulente con entrature in Soprintendenza, “consulenza” al solito suggeritagli dall’ex vicesindaco Ettore Filippi, suo amico e sodale, come singolarmente riconosce Maestri stesso in una mail al Colosimo del 23 ottobre 2010, questa: «Facendo seguito al colloquio avuto col Dott. Filippi, con la presente le confermiamo il nostro interesse alla Sua collaborazione di assistenza sia per la pratica in corso che per le eventuali future. In riferimento al compenso richiesto per la nostra prima pratica ci permettiamo di sottolineare che ci sembra eccessivo, ma che ciò nonostante le verrà corrisposto, magari con un piccolo sconto… per le successive sarà necessario discuterne il compenso di volta in volta per trovare sicuramente un accordo. Non appena riceveremo il tutto, saremo pronti per il saldo. Cordialmente, Dario Maestri».
Non appena ricevuto il tutto? Le consulenze si pagano a prescindere dall’esito… a cosa era subordinato il saldo? Secondo gli inquirenti, l’esborso sarebbe servito ad oliare la rimozione del vincolo paesaggistico.
Inutile ricordare le altre imprese del sodalizio. Nel giugno 2012 Dario Maestri, Ettore Filippi, suo figlio Luca Filippi, il faccendiere Arturo Marazza, il funzionario comunale Vittorio Rognoni e i dirigenti comunali Francesco Grecchi e Angelo Moro hanno ricevuto un avviso di garanzia per associazione a delinquere e corruzione.

Criminalità urbanistica

10 novembre 2012

Paolo Ferloni, Franco Maurici, Valter Veltri e Patrizia Zoppetti sugli abusi edilizi a Pavia. E se il Comune è inadempiente…

Altra «criminalità urbanistica» in via Langosco, nel centro storico
di Marco Vigo

Lo hanno denunciato Giovanni Giovannetti e l’avvocato Franco Maurici nel corso di una conferenza stampa tenuta dalla lista civica Insieme per Pavia. Una storica sentenza della Cassazione consentirà l’azione popolare in sostituzione del Comune inerte, ammessa anche nei casi di rilevanza penale.

Secondo il noto avvocato e docente di diritto penale Gian Enrico Paliero, nell’ipotesi di fatti di rilevanza penale non sarebbe ammessa l’azione popolare in sostituzione del Comune “inerte”. Di parere opposto il collega Franco Maurici. A fare chiarezza è intervenuta ora una “storica” disposizione della Suprema Corte di Cassazione che – annullando la sentenza di archiviazione sulle responsabilità penali del sindaco Piera Capitelli per l’abusivo abbattimento di un edificio-monumento dell’ex Snia sotto tutela – ha altresì chiarito che l’azione dei cittadini elettori «in via di surroga» si estende anche all’ambito penale. (more…)

Qui Quo e Quaquaraqua

18 aprile 2012

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Tempo fa, poco prima del sequestro del cantiere di Punta Est, annunciai a Telepaviaweb (vedi video) che la società costruttrice era intenzionata a chiedere al Comune un rimborso milionario per almeno 7 milioni di euro (per la precisione, «si dice che la proprietà sia intenzionata a chiedere….») Apriti cielo: per l’assessore socio in affari di chi so io Luigi Greco, «i si dice di Giovannetti…»; per l’amico dei costruttori e dei mafiosi Ettore Filippi Filippi, «sono tutte cazzate»; per Marco Bellaviti (indebitamente intervenuto «a nome del coordinamento provinciale Pdl», quando era ormai congressualmente “rottamato”) «Giovannetti attacca violentemente e strumentalmente in puro stile mafioso… insinuazioni mai sostenute dai fatti…», eccetera.
Ora, un mese dopo, il legale della società avverte che «se l’autorità giudiziaria dovesse accertare l’illegittimità dell’atto, i miei clienti chiederanno il risarcimento dei danni al Comune». «E si parla di cifre non indifferenti», scrive Fabrizio Merli sul quotidiano locale: «solo con riguardo al danno patrimoniale, infatti, si ipotizzano almeno 7 milioni di euro. A questa cifra andrà aggiunto quanto, eventualmente, il giudice riconoscerà per altre circostanze, come il danno d’immagine o il cosiddetto “lucro cessante”, cioè quanto la società avrebbe potuto guadagnare se non fossero intervenuti elementi esterni» (l’argomento è trattato anche da Manuela Marziani sul “Giorno”).
Ai tre Qui Quo e Quaquaraqua dedico allora la corroborante rassegna stampa, così, per legittimo godimento. Sette milioni di pubblico denaro in risarcimento danni ai costruttori dell’illecito di Punta Est? Ne dubito. Ma qualora fosse, che il Comune si rivalga su Moro, Filippi, Greco, Bellaviti e sugli altri componenti la compagnia di giro andati a benedire quella che proprio Bellaviti ha incautamente definito una benemerita «convergenza bidirezionale» (dice proprio bidirezionale…) volta a «ridefinire lo sviluppo della città». Sette giorni dopo l’augurale dichiarazione d’intenti, il cantiere di Punta Est è stato messo sotto sequestro dall’autorità giudiziaria; avviso di garanzia per cinque persone. Avviso ai camminanti: se in vostra difesa scende in campo il Bellaviti toccatevi i…

Così nuovamente parlò Ferrari

8 aprile 2012

Il parere negativo su Punta Est
che il Comune ha prima nascosto e poi eluso

«Egregio Professore, come anticipatole telefonicamente, la commissione consiliare Territorio ha chiesto un parere al Direttore Generale in merito alla questione in oggetto». Comincia così la lettera del Direttore generale comunale pavese Maria Laura Bianchi all’avvocato Giuseppe Franco Ferrari (1° dicembre 2011). La «questione in oggetto» è Punta Est. Bianchi vuole sapere se «gli impegni assunti dalla società con l’Università» sono sufficienti oppure no; e se l’Atto d’obbligo del 27 aprile 2010 si mantiene efficace già che in esso, la proprietà si impegna «a rispettare la destinazione di “Aree per servizi – Università” prevista dal Piano regolatore e quindi a locare o comunque concedere in godimento le unità immobiliari da realizzare esclusivamente a docenti, ricercatori, dipendenti che sono titolari di un rapporto di lavoro costituito direttamente con l’Università degli Studi di Pavia» eccetera, ovvero l’esatto contrario di ciò che stava avvenendo.
Lapidario il Ferrari risponde il 22 dicembre (lettera mai resa nota dal Comune): come già nei due precedenti inascoltati pareri del 6 e 8 aprile 2011, l’avvocato e consulente comunale ribadisce che «l’intervento in questione ricomprende sia residenze universitarie in senso stretto, sia attività di studio o di ricerca di carattere universitario». Chiaro no? Qualora non lo fosse lo stimabile avvocato aggiunge: «quanto sopra non può naturalmente essere in alcun modo interpretato in senso “sociologico” sino a dire che qualsiasi attività ivi compresa quella abitativa» potrà essere «del tutto libera, purché oggetto di studio da parte di strutture universitarie». Non basta? Eccolo allora sottolineare che l’attività edilizia libera da ogni vincolo «nella vigenza della disciplina attuale deve ritenersi preclusa». Ma in Comune sono tonti, e allora il paziente avvocato nuovamente avverte che «non appaiono rispettati gli obblighi – assunti dal medesimo (o dai suoi danti causa) con il primo Atto d’obbligo e non riportati nel secondo Atto d’obbligo – come auspicavo nel parere negativo da me rilasciato in data 8 aprile 2011». (G. G.)

Gentile Direttore, con riferimento alla questione in oggetto ed in seguito alla Sua richiesta del 01.12 u.s., ritengo sia utile sottolineare quanto segue.
Come espresso nei due precedenti pareri, la destinazione urbanistica dell’area oggetto dell’intervento in questione ricomprende sia le residenze universitarie in senso stretto, sia l’attività di studio o di ricerca di carattere universitario.
Quanto sopra non può naturalmente essere in alcun modo interpretato in senso “sociologico” sino a dire che qualsiasi attività, ivi compresa quella abitativa del tutto libera, purché oggetto di studio da parte di strutture universitarie, anche se sulla base di una convenzione regolarmente approvata, possa essere considerata compatibile con la destinazione a servizi universitari che il vigente Prg imprime all’area in questione.
A favore della suddetta interpretazione depongono sia il tenore letterale della norma di piano, laddove, da una parte circoscrive gli interventi ammissibili alle «Università, Centri di ricerca, Sedi universitarie, Istituti di ricerca scientifica, destinazioni pertinenti e connesse con l’attività principale in specie con le attività didattiche, ivi comprese mense, servizi alla persona, residenze universitarie, foresterie, attività museali strettamente connesse all’attività universitaria» e, dall’altra, stabilisce che «sono altresì ammesse residenze del custode» che, pertanto, sono le sole attività residenziali di soggetti non universitari da ritenersi ammissibili, sia la necessità che l’Amministrazione ha ravvisato di modificare la disciplina di Piano inserendo nel Pgt attualmente in itinere previsioni volte a consentire l’attività edilizia libera che, pertanto, nella vigenza della disciplina attuale deve ritenersi preclusa. (more…)

Angeli e demoni

3 aprile 2012

Punta Est. Moro e Bugatti sono ufficialmente indagati

Il 3 aprile, tarda mattinata, il dirigente comunale all’Urbanistica Angelo Moro e il direttore del dipartimento di Ingegneria edile e del territorio Angelo Bugatti hanno ricevuto la notifica della loro iscrizione nel registro delle persone indagate. Moro «per aver rilasciato illegittimamente una concessione edilizia su area sottoposta a vincolo paesaggistico, di opere edilizie residenziali di libera vendita in violazione della originaria concessione alla costruzione esclusiva di edifici per residenze e servizi universitari»; Bugatti «per aver formato in tutto o in parte e falsamente, e sottoscrivendolo, il verbale autorizzativo della predetta convenzione in qualità di direttore del dipartimento di Ingegneria edile e del territorio della medesima Facoltà». Abuso d’ufficio per Moro, falso in atto pubblico per Bugatti. Il Comune di Pavia ha sospeso il dirigente all’urbanistica dall’incarico. (G. G.)

Così parlò Ferrari

1 aprile 2012

Punta Est. Il parere legale che il Comune ha tenuto nascosto

Tra i documenti a disposizione sull’illecito di “Punta Est” a Pavia, misteriosamente non figurava questa illuminante lettera dell’avvocato Giuseppe Franco Ferrari all’architetto e dirigente comunale Angelo Moro. Rispondendo al dirigente, l’8 aprile 2011 l’avvocato consulente del Comune ribadisce, semplificandoli, i contenuti della sua precedente missiva del 6 aprile, in cui già ricordava la «destinazione comunque non abitativa», invitando la pubblica amministrazione a valutare l’opportunità di specificare l’impegno del privato «a non modificare le destinazioni d’uso». Una informativa fra l’altro sostanzialmente in linea con l’ammonimento dello “Sportello unico per l’Edilizia” (8 marzo e 19 maggio 2011) secondo il quale, autorizzando la variante, quelle unità immobiliari sarebbero state «liberamente alienabili e concedibili in godimento a qualsivoglia titolo in favore di qualsiasi soggetto, persona o ente, pubblico o privato in assenza di vincolo alcuno» e dunque in palese contrasto con le destinazioni d’uso ammesse in zona dal Prg, già che la trasformazione avrebbe liberalizzato «le unità rendendole di fatto residenziali a tutti gli effetti».
Pur fingendo di intendere l’accordo tra proprietà e Bugatti quale «convenzione con l’Università» (come ovviamente Ferrari sa, le convenzioni dell’Università sono a firma del rettore, sentito il Cda), nella sua seconda lettera – qui di seguito – l’avvocato nuovamente avverte che il progetto può ritenersi lecito «solo a condizione che […] non venga, in un secondo momento, venduto sul mercato a titolo di edilizia libera», indicando a Moro «la necessità che l’operatore privato che propone l’intervento si vincoli mediante atto unilaterale d’obbligo a non immettere sul mercato i manufatti realizzandi quali edifici residenziali liberi».
Nonostante i numerosi avvertimenti, il 19 maggio 2011 (lo stesso giorno della seconda “diffida” da parte dello “Sportello”) Angelo Moro, vista la «convenzione tra il richiedente e il Dipartimento di Ingegneria Edile del Territorio» e i relativi «impegni assunti con l’Università», visti i contenuti dell’«atto unilaterale d’obbligo», rilascia il permesso a costruire.

Gentilissimo Architetto,
con riferimento alla questione in oggetto ed in seguito alla Sua lettera del 7 aprile, sono a confermare – in ordine al primo quesito – quanto già rilevato dalla relazione istruttoria da parte dei Vostri uffici, ovvero la necessità che l’operatore privato che propone l’intervento si vincoli mediante atto unilaterale d’obbligo a non immettere sul mercato i manufatti realizzandi quali edifici residenziali liberi.
Infatti, la scelta di procedere alla realizzazione del progetto, anche nei termini prospettati con la proposta di variante, può ritenersi compatibile con la destinazione a servizi impressa all’area dal vigente strumento urbanistico solo a condizione che sussistano garanzie vincolanti per l’operatore e per i propri aventi causa che quanto verrebbe realizzato non venga, in un secondo momento, venduto sul libero mercato a titolo di edilizia libera.
Nell’ambito del predetto contesto, pertanto, l’eventuale previsione del versamento del contributo di costruzione all’atto della eventuale trasformazione dei manufatti destinati a servizi in edifici residenziali liberi, ben lungi dal costituire un’implicita ammissione della modificabilità nel senso predetto della destinazione d’uso degli immobili, dovrebbe essere congegnata al fine di costituire esclusivamente un’ipotesi residuale, da porre in essere solo qualora il predetto cambio di destinazione – attualmente non consentito – divenisse eventualmente possibile sulla base di discipline urbanistiche future attualmente non ancora in essere. Questo al fine di evitare che eventuali modifiche alla disciplina di piano si traducano, nei fatti, nell’esenzione dal contributo di costruzione.
Per quanto concerne la problematica relativa alla durata della convenzione stipulata tra l’operatore e l’Università, si sottolinea che dalla documentazione a mie mani non si evince un particolare termine entro il quale la convenzione cesserebbe la sua efficacia. Tuttavia l’ipotesi quinquennale appare un termine congruo a giustificare la finalità di studi e di ricerca, fermo restando che, sulla base dei princìpi sopra delineati, anche l’eventuale scadenza della convenzione con l’Università imporrebbe comunque il mantenimento degli immobili con destinazione a servizi universitari, didattici, di ricerca ed analoghi. Pertanto, la durata della convenzione non incide in via diretta sulle possibilità di utitlizzo degli immobili, che dipendono esclusivamente dalla compatibilità rispetto alla disciplina di piano.
Per quanto sopra, pare opportuno richiedere al proponente – a titolo di integrazione – di apportare le opportune modifiche all’atto unilaterale d’obbligo nei confronti del Comune di Pavia.
Restando a disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti, colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.

Avv. Prof. Giuseppe Franco Ferrari

La pentola del diavolo

1 aprile 2012

Green Campus al Cravino è tale e quale a Punta Est

Poco distante dal dipartimento di Ingegneria edile e del Territorio perquisito dai Carabinieri venerdì 23 marzo nell’ambito dell’inchiesta su “Punta Est”, si staglia l’affaire “Green Campus”. Sopra un’area che il Piano regolatore classifica a “Servizi-Università” (U1 nella Tavola del Prg) sono in costruzione 327 residenze studentesche, ma… un solo problema: come loro stessi ammettono, li stanno vendendo uno dopo l’altro sul libero mercato, 2.700 euro al metroquadro. Proprio come a “Punta Est”, ma qui l’illecito è quattro volte tanto, per un business calcolabile in 60 milioni di euro.
Sette giorni fa dal settimanale “Il Lunedì” abbiamo ironizzato la scomparsa delle residenze “Green Campus” dalla pagina pubblicitaria domenicale di San Marco immobiliare. Pronta la risposta, una settimana dopo, a pagina 21 del quotidiano locale (qui sopra): non più quel semplice box, ma addirittura mezza pagina in taglio alto, un “promo” che, per la prima volta, reclamizza gli appartamenti al Cravino «ideali come investimento per locazioni (universitari ed Enti convenzionati)». Ahinoi il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Basterà scendere al civico n. 23 di Strada Nuova e leggere quell’altro “promo” di ProDomo ancora in vetrina, ripreso qui di lato: residenze universitarie? Scoprite da voi le differenze… (G. G.)

Punta Est. Fatti e misfatti

28 marzo 2012

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Ora il sindaco Cattaneo “scopre” che all’assessorato all’Urbanistica qualcosa non quadra. L’imberbe vuole ravvederci chiaro, ciò vuol dire che fino a ieri ne era (stato tenuto) all’oscuro. Sindaco, makekazzo stai a ddì.
“Punta Est” è solo la parte visibile della metastasi politico-affaristica volta a privilegiare questo o quel referente (economico?) di questo o quel sedicente capobastone incistato al Mezzabarba, l’apparente “stanza dei bottoni”. Il tumore irreversibile lorsignori lo vorrebbero derubricare a raffreddore, curabile con la corroborante tisana dell’“indagine interna”.
Continuano a fare finta di essere sani. Come se il male fosse “Puta Est” invece del Sistema. In tempi di progressivo decremento demografico, nonostante tremila appartamenti sfitti e mille invenduti, nonostante l’elevato numero di aree industriali dismesse, nonostante l’enorme fabbisogno di case e di posti letto dal costo contenuto per famiglie e studenti universitari, a Pavia la pianificazione urbanistica insiste nel privilegiare l’irresponsabile consumo di terreno vergine destinandolo a residenze di lusso. Particolarmente appetibili paiono le aree verdi a margine del Parco della Vernavola come appunto quella di “Punta Est” in via Vallone.
Si costruisce e si consuma inutilmente suolo poiché il mattone rappresenta ancora una valida garanzia per banche e sistema creditizio. Ma nel mattone investono anche le mafie, così che diventa più semplice riciclare i proventi in nero dal narcotraffico e altro denaro sporco.
Già che se ne continua a parlare riteniamo allora utile tratteggiare questa breve cronologia su “Punta Est”, luogo in cui ai fatti si sovrappongono i tanti misfatti.

Anni Settanta  Gli anni del Piano di sviluppo universitario di Giancarlo De Carlo. Fu una grande occasione mancata; prevedeva fra l’altro cinque poli universitari periferici con mense, biblioteche, sale riunione ecc. a disposizione anche di cittadini e lavoratori.

19 ottobre 2007  La Società Cooperativa Atena (costituita il 2 ottobre 2007, solo due settimane prima) formalizza la sua richiesta al Comune; una proposta peraltro in linea con il Piano regolatore generale (Prg). La pratica acclude una relazione tecnica in cui Atena precisa che «l’intervento prevede la realizzazione di un unico complesso edilizio a corte chiusa, nel rispetto dell’ambiente in cui la struttura va a inserirsi»; che le residenze saranno destinate «agli studenti, ai docenti e agli operatori universitari», insieme a servizi mensa, biblioteca, archivi ed uffici, palestra e una sala per le riunioni. Per la gestione la società ipotizza una convenzione con l’Isu (ora Edisu) – l’ente per il diritto allo studio. Per la precisione leggiamo che «Dal punto di vista gestionale verrà successivamente stipulato un accordo convenzionale con l’I.S.U. Di Pavia, con il quale sono già intercorsi contatti preliminari». E con questa garanzia il permesso viene infine rilasciato il 15 giugno 2010.

5 luglio 2010   Gli stessi terreni sono venduti alla Punta Est (società con capitale sociale di soli 20.000 euro) al prezzo di 2.026.586 euro. Alla richiesta di voltura dal vecchio al nuovo proprietario è allegata una inedita relazione tecnica che descrive il nuovo intervento: non più residenze per studenti ma 78 appartamenti di varie metrature, da rivendere «sul libero mercato in assenza di limitazioni alla vendita o godimento delle unità immobiliari».

8 marzo 2011 Chiamato ad esprimere un parere, il comunale “Sportello unico per l’Edilizia” conferma che, stando così le cose, quelle unità immobiliari sarebbero «liberamente alienabili e concedibili in godimento a qualsivoglia titolo in favore di qualsiasi soggetto, persona o ente, pubblico o privato in assenza di vincolo alcuno» e in palese contrasto con le destinazioni d’uso ammesse in zona dal Prg, già che la trasformazione «liberalizzerebbe le unità rendendole di fatto residenziali a tutti gli effetti». È a firma di Elisa Brendolise

31 marzo 2011  A nome del Dipartimento di Ingegneria edile e del Territorio, Angelo Bugatti sottoscrive con “Punta Est” una «convenzione» con la quale «la società si impegna a mettere a disposizione del Dipartimento una unità immobiliare nel complesso, ad uso del laboratorio di ricerca» oltre a 64.000 euro: 10.000 una tantum al Dipartimento e il rimanente «a titolo di finanziamento di tre assegni di ricerca o borse di studio dell’importo ciascuna pari a euro 18.000 sulla innovazione tecnologica e sulla relazione tra artificio e natura nell’ambito ambientale». Insomma, aria fritta. Quanto alla «convenzione», in realtà è un contratto tra privati per la fornitura di servizi spacciato per «convenzione con l’Università» che un dipartimento non può sottoscrivere, già che le convenzioni sono a firma del Rettore, subordinate al parere favorevole del Consiglio di amministrazione. La millantata convenzione con l’Edisu è dunque accantonata e ne viene sottoscritta un’altra con Angelo Bugatti, ovvero con l’estensore del Piano di Governo del Territorio in preparazione.

6 e 8 aprile 2011  
L’avvocato Giuseppe Franco Ferrari ricorda al Comune la «destinazione comunque non abitativa» e invita la pubblica amministrazione a valutare l’opportunità di specificare ulteriormente l’impegno del privato «a non modificare le destinazioni d’uso».

18 aprile 2011  All’avvocato Ferrari e allo “Sportello” comunale risponde la proprietà. Nell’Atto unilaterale d’obbligo, sottoscritto dalla società “Punta Est” presso il notaio Galotti, si parla di unità immobiliari «alienabili e concedibili in godimento a qualsivoglia titolo in favore di qualsiasi soggetto, persona o ente, pubblico o privato», ovvero vendibili a chiunque sul libero mercato, in attesa della «eventuale variazione della disciplina di zona del piano urbanistico»: detto altrimenti, in attesa di sanare tutto quanto entro il nuovo Pgt di Bugatti &c.

19 maggio 2011  Poche ore dopo la seconda “diffida” da parte dello “Sportello”, lo stesso giorno il dirigente all’Urbanistica Angelo Moro, vista la «convenzione tra il richiedente e il Dipartimento di Ingegneria Edile del Territorio» e i relativi «impegni assunti con l’Università»; visti i contenuti del nuovo «atto unilaterale d’obbligo», nonostante il parere negativo dello “Sportello” e dell’avvocato Ferrari, rilascia il permesso a costruire.

7 luglio 2011  Nel corso del consiglio comunale, Istant question su Punta Est da alcuni consiglieri di minoranza. Dunque, da luglio in poi, il sindaco non può fingere di non sapere.

19 luglio 2011  Nel corso della Commissione Territorio, i commissari di minoranza sollevano il problema. La discussione su Punta Est prosegue nella seduta dell’11 ottobre 2011.

5 dicembre 2011  I consiglieri comunali Antonio Sacchi (Lista Albergati) e Fabio Castagna (Pd) formalizzano la richiesta di chiarimenti, chiedendo l’accesso alla documentazione.

10 dicembre 2011  Insieme per Pavia inoltra alla locale Procura la documentazione su “Punta Est”.

20 dicembre 2011  Poco dopo la sua convocazione in Procura, il dirigente Angelo Moro sospende «in autotutela» il permesso a costruire, segnalando che la cosiddetta “convenzione” «con l’Università di Pavia non sembra sufficiente ad integrare la destinazione urbanistica di “Aree per servizi”- Università». A quanto sembra, l’acuto dirigente – 96 mila euro di stipendio annuale in pubblico denaro – se ne avvede solo ora.

23 dicembre 2011 La Polizia Giudiziaria è in assessorato. Se ne va portando con sé la documentazione su “Punta Est”.

8 marzo 2012 Cedendo nuovamente alle pressioni “politiche”, Moro ritira la sua “sospensione in autotutela”. Secondo il dirigente, le case possono dunque essere vendute sul libero mercato. Contrario il funzionario Fabio Panighi, «per motivi giuridici e morali».

23 marzo 2012  Reparti dei Carabinieri pongono sotto sequestro il cantiere in via Vallone. Indagati per violazione delle norme edilizie e della legge “Galasso” la proprietaria Eleonora Maestri e il direttore dei lavori Marco Bianchi, suo marito; curiosamente tra gli indagati figura anche Ciro Manna, titolare dell’impresa che ha in appalto i lavori.
 Carabinieri mattinieri anche negli uffici di Angelo Bugatti al dipartimento di Ingegneria edile al Cravino, negli uffici de La Cortazza in viale Cremona (di Maestri) e presso l’abitazione del dirigente comunale all’Urbanistica Angelo Moro a cui è stato sequestrato il computer, così come sotto sequestro sono i computer del funzionario comunale Fabio Panighi e del professor Bugatti. Si cercano tracce sui mandanti politici delle tante discutibili iniziative di Moro.

Senza pudore

6 febbraio 2012

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Ho letto in ritardo sul free press “il Settimanale pavese” un attacco all’ex sindaco di Pavia Elio Veltri – fratello di Walter Veltri, recente autore delle inchieste su Green Campus al Cravino e Punta Est al Vallone. Attacco, da querela, esteso al Prg veltriano degli anni Settanta (Astengo, De Carlo, Campos Venuti, cinque poli universitari periferici a interagire con i quartieri…) impunemente accompagnato dalla proposta di conferire il “San Siro” (riconoscimento comunale ai cittadini benemeriti) al cementificatore Ausano Febbroni, ovvero al grande elemosiniere della politica pavese in quegli anni. L’attacco, cui è dedicata la copertina, lo si trova a pag. 17: guarda il caso, seguono le pagine pubblicitarie della San Marco Immobiliare (reclamizza Green Campus) e della “Cortazza”, cioè Maestri (il costruttore di Punta Est). Senza pudore.
Così Ignazio Stabile racconta Febbroni in La città disintegrata (Il Cerchio edizioni, 1981, pp. 73 -74): «Attivissima in città, l’impresa del geometra Ausano Febbroni rappresentò una vera e propria calamità dal punto di vista urbanistico ed edilizio. Pavia ne porta i segni profondi e numerosi. Dovunque Febbroni installò un cantiere, una gru, il tessuto urbano subì irrimediabili lacerazioni; Lungoticino e viale della Libertà furono le vittime privilegiate. Vi spiccano esempi aberranti di violazione delle norme edilizie e di deturpazione ambientale, culminanti in riva sinistra del fiume nel famigerato “palazzaccio di vetro”: un volgare parallelepipedo di tredici piani dove la legge ne prevedeva appena tre. […] Amministrazioni ed esponenti politici non seppero e non vollero sbarrare il passo alla invadenza della speculazione edilizia in genere e, in particolare, a quella praticata dal geometra Febbroni. […] Verso la fine del 1967, decise di erigere un grandioso “quartiere satellite”, edilizia altamente residenziale per dodicimila abitanti. […] L’iniziativa venne favorita dalle forze politiche al potere, si scontrò per lunghi anni con l’accanita opposizione di gruppi politico-culturali progressisti che la giudicarono urbanisticamente e socialmente dannosa, e sfumò». Uno così, viene candidato al “San Siro” dai prezzolati lacché dei cementificatori odierni.

E io pago…

18 gennaio 2012

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Indice puntato su Dario Maestri, proprietario dell’area “Punta Est” nel mirino della Procura. Ora piazza del Tribunale torna anche su quel capolavoro che fu la piscina del Centro benessere di cascina Scova, illecita tanto quanto le confinanti residenze per sciùri di Punta Est: piscina sostanzialmente privata eppure «aperta al pubblico», così da aggirare norme e oneri di urbanizzazione. Sì, ma ogni cosa è «alla luce del sole», già che il Maestri può esibire l’autorizzazione comunale, il “bollino blu” che la decreta opera di «pubblico interesse», a disposizione dei cittadini… dalle ore 12 alle 14, per tre euro l’ora dal lunedì al venerdì e per un numero di utenti non superiore al «20% della capienza massima autorizzata per l’impianto» ovvero per non più di 12 persone. Insomma, una presa in giro. La signora Eleonora Maestri, figlia di Dario, è socio unico della “Punta Est” Srl (un capitale sociale di soli 20.000 euro). Il 5 luglio 2010 per 2.026.586 euro (cento volte il capitale sociale) moglie e figlia rilevano i terreni dalla Cooperativa Atena, forse insieme alla promessa comunale di ben altri bollini blu.
Voltiamo pagina. La commissione comunale territorio di martedì 17 gennaio è parsa per quello che è: un teatrino dal proscenio popolato da pupi in cordata con Ettore Filippi (amico e sodale del Maestri) a lamentare che avanti di questo passo con il rispetto delle regole non si mangia più e in tempi così grami il Comune potrebbe anzi dovrebbe chiudere un occhio e magari due sugli illeciti così da «portare a casa qualcosa» (De Maria; e  lì vicino Ruffinazzi – Pd, già Margherita come Filippi – in silenzio annuiva); o come il direttore generale Laura Bianchi, chiamata a sospendere l’autorizzazione comunale alla illecita variante già che, ha ammesso, «La convenzione attuale con l’Università [ovvero con Bugatti invece del rettore] non sembra sufficiente». La “convenzione” (in realtà è un accordo fra privati per la fornitura di servizi) reca la data del 31 marzo 2011; l’autorizzazione è del 19 maggio 2011; e delle palesi irregolarità, la superpagata dirigente comunale se ne avvede solo ora, guarda il caso dopo la chiamata in Procura del dirigente Urbanistica e Territorio Angelo Moro.
Comica finale. Nonostante fosse stata insistentemente sollecitata la presenza del Moro (l’illecita autorizzazione al Maestri è di suo pugno) lui ha preferito mantenersi a distanza o, meglio, ha inteso subordinare le dovute risposte ai commissari all’allontanamento dalla sala di… Giovanni Giovannetti. E io pago…

Una banale illecita speculazione edilizia

14 gennaio 2012

da Pavia, Paolo Ferloni, Giovanni Giovannetti e Walter Veltri

In un articolo sul quotidiano locale del 13 gennaio scorso dedicato a Punta Est vengono riportate alcune affermazioni del prof. Angelo Bugatti così commentate: «l’Università prende ufficialmente posizione sul caso».
Crediamo che a nome dell’Università possa parlare solamente il Rettore che ne è il Legale rappresentante mentre il Prof. Angelo Bugatti può intervenire tutt’al più soltanto per conto del Dipartimento di Ingegneria Edile e del Territorio di cui è Direttore.
L’intervistato afferma che la convenzione è stata sottoscritta in base all’art. 61 del regolamento. Il riferimento è all’articolo 61 del “Regolamento d’Ateneo per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità” il quale al primo comma stabilisce che «le Convenzioni sono finalizzate all’attuazione di un complesso coordinato di progetti di attività di ricerca, di formazione e di servizio» e all’art. 62 precisa che «le Convenzioni possono prevedere l’istituzione di borse di studio per la ricerca e/o dottorato». Il regolamento su questo punto è chiarissimo: soltanto il Rettore può sottoscrivere convenzioni il cui contenuto preveda anche l’istituzione di borse di studio.
Invece al secondo comma dello stesso art. 61 leggiamo che «i contratti sono stipulati dal Direttore Amministrativo, dai Dirigenti e dai Direttori delle unità di gestione e di spesa. Copia dei contratti devono essere trasmessi all’amministrazione centrale». Nel caso di Punta Est è stato stipulato un contratto tra un Dipartimento ed un privato per la fornitura di servizi. Invece sul documento sottoscritto il 31 marzo 2011 tra il Direttore del Dipartimento ed il privato è riportata la dicitura «Convenzione» e lo stesso Prof. Bugatti nel suo comunicato continua ad affermare trattarsi di una convenzione.
Siamo, quindi, in presenza di un atto che non ha avuto il beneplacito del Consiglio di Amministrazione il quale, fino ad oggi, non ha ritenuto opportuno prendere provvedimenti sul caso.
Da semplici cittadini, e come esponenti della lista “Insieme per Pavia”, riteniamo che il Consiglio di Amministrazione dell’ateneo pavese farebbe bene ad occuparsi della questione, anche allo scopo di tutelare il buon nome della Università di Pavia. Infatti l’istituzione come tale non è opportuno né ammissibile che sia considerata in qualche misura contigua o coinvolta in quella che appare come una banale illecita speculazione edilizia.

Chi decide le politiche urbanistiche?

14 gennaio 2012

di Elio Veltri

Ho seguito la vicenda di Punta Est, sulla quale indaga la Procura della Repubblica di Pavia. Il copione è sempre lo stesso. Quando si vuole costruire a tutti i costi, si mobilitano i lavoratori in nome della sopravvivenza delle famiglie e del diritto al lavoro e si punta il dito contro chi difende la legalità e con essa il territorio, la città, la sua storia, i suoi beni culturali. È già successo in passato quando il consiglio comunale ha deciso di ridimensionare l’espansione della città bloccando la speculazione più bieca e la rendita parassitaria. Anche allora si misero in opera tutti gli strumenti possibili per far cadere l’amministrazione e sconfiggere sindaco e giunta: i lavoratori in comune per protestare in nome della difesa del posto di lavoro e ancora prima, dietro le quinte, il lavoro sotterraneo, fatto di promesse e minacce, per impedire che la giunta si costituisse. Tra gli atti concreti: il ricorso di un operaio particolarmente fedele al costruttore, con il quale si chiedeva la decadenza del futuro sindaco da consigliere comunale e l’avvocato del futuro sindaco, che messo alle strette, si è fatto sconfiggere in tribunale, tradendo persino i rapporti di amicizia. Infine, la sconfitta dei “congiurati” ad opera della Corte Costituzionale che ha azzerato la sentenza del tribunale di Pavia, con la quale si stabiliva l’incompatibilità tra la carica di consigliere comunale e la funzione di assistente ospedaliero al San Matteo. Allora fu decisiva la maggioranza dei cittadini pavesi, che ha partecipato con passione alle scelte determinanti per il futuro della città, con le operaie in testa, che affollavano il teatro Fraschini urlando: «il territorio non si svende». Ora le cose sono peggiorate perché manca la partecipazione della città, la speculazione imperversa in tutto il Paese e con essa la distruzione del territorio e la corruzione, arma micidiale nelle mani della criminalità organizzata. Salvatore Settis nel bel libro Paesaggio, Costituzione e Cemento scrive che in meno di vent’anni siamo stati capaci di distruggere e riempire di cemento un territorio pari alla somma di Lazio e Abruzzo e questo mentre centinaia di migliaia di case sono vuote e manca una quota soddisfacente di edilizia pubblica. Inoltre i nostri centri storici si svuotano e vanno in rovina, i monumenti si degradano, un sito archeologico come Pompei visitato da milioni di persone provenienti da tutto il mondo si frantuma, basta un acquazzone perché torrenti tombati e costruiti sulle sponde distruggano interi quartieri e seminino morte. Il Paese perde quote di turismo anno dopo anno. Il risultato è che abbiamo uomini senza case e case senza uomini. (more…)