Archive for the ‘Pavia Città Criminale’ Category

Il vecchio “faraone” e il giovane C.

6 aprile 2014

di Chiara Pracchi *

Comuni al voto, a Pavia troppe ombre sul «sindaco più amato d’Italia». Nella città lombarda i giudici in primo grado hanno condannato il blocco di potere costituito da politici, costruttori e criminalità organizzata. Il primo cittadino Cattaneo, intanto, corre per il secondo mandato.

Gianfranco Abelli, sul palco, insieme ad Alessandro Cattaneo. Alla presentazione della sua lista civica, il giovane sindaco di Pavia che ha scelto di ricandidarsi, ha voluto accanto a sé il vecchio “faraone”, passato indenne per Tangentopoli, quindi fedelissimo di Roberto Formigoni e oggi solo apparentemente in disgrazia, dopo l’arresto della moglie per riciclaggio. Ilfattoquotidiano.it prosegue il suo viaggio tra i comuni al voto e arriva a Pavia, dove il senso delle prossime amministrative è tutto qui: il blocco di potere, che per anni ha imperato sulla città, è saldo. Ed è un blocco costituito da politici, costruttori e – stando al pronunciamento di primo grado nel processo Infinito – dalla criminalità organizzata. «Noi rigettiamo le conclusioni dell’accusa, ma se dovesse essere vero che l’organizzazione mafiosa ha condizionato le elezioni comunali del 2009, quando Cattaneo fu eletto, il sindaco di Pavia non è legittimato a chiedere nessun danno».
Chi parla è l’avvocato di Carlo Chiriaco, condannato a 13 anni in primo grado per aver contribuito a rafforzare la ‘ndrangheta. Il ragionamento non fa una grinza: se la mafia ha procurato i voti per eleggere gli amministratori della città, quegli stessi non possono costituirsi parte civile al processo d’appello. O di qui, o di là. Invece a Pavia la doppiezza sembra essere la norma. E in attesa di sapere se i giudici confermeranno il verdetto di primo grado, il giovane Cattaneo, vicepresidente dell’Anci e astro ascendente nella galassia di Forza Italia, continua a essere il sindaco più amato d’Italia (sondaggio Ipr 2013). Questo nonostante Pavia risulti la peggior città del Nord, dopo Imperia, per qualità della vita (classifica del “Sole 24 Ore”), dove la raccolta differenziata stenta a decollare e il numero di slot machine è il più alto d’Italia (al punto da conquistare la prima pagina del “New York Times”). (more…)

Il centro del malaffare

29 marzo 2014

di Elio Veltri*

Le dichiarazioni spontanee dell’avvocato tributarista Pino Neri condannato in primo grado a 18 anni di carcere per associazione mafiosa, nel processo di appello contro la ’ndrangheta in Lombardia, hanno puntato il dito sul Comune di Pavia accusato di essere centro del malaffare. L’affermazione è sconvolgente. Mai un capo prudente di una organizzazione «invisibile» come la ’ndrangheta, si era esposto tanto. Pino Neri, mi raccontava una signora, farmacista, incontrata per caso la mattina in cui è stata pubblicata la notizia, era un professionista eccellente, al quale tanti pavesi ricchi o benestanti si rivolgevano per risolvere i loro problemi con il fisco o per tutelare i loro affari. È chiaro che l’intervento non è stato uno sfogo, ma ha tutte le caratteristiche di un messaggio a chi ha frequentato e sostenuto nelle elezioni amministrative scorse, ma anche alla città, definita inquinata «da un malaffare diffuso». Fa male il sindaco Cattaneo a motivare l’intervento come il tentativo di Neri di depistare l’attenzione dai suoi guai giudiziari. Penso che le distrazioni e i comportamenti di chi ci ha governato negli ultimi 10-15 anni, abbiano provocato la rimozione dei fatti di criminalità economica che hanno portato alla sbarra amministratori pubblici, funzionari e imprenditori. Fatti più duri delle pietre che solo complicità preoccupanti e superficialità in chi ha responsabilità pubbliche, potrebbero considerare variabili indipendenti dalle difficoltà economiche e occupazionali, palesi in una città nella quale la rendita la fa da padrona. (more…)

Feste “eleganti”

18 marzo 2014

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Non senza elemosinar ragione, Pupo Cattaneo ha rammentato al Partito democratico che nella gara a chi sta bene, tra centrodestra e centrosinistra il più sano ci ha la rogna e che semmai un bene comune, condiviso da entrambi, l’è propij l’Ettore Filippi da Lecce: assessore tutto d’un prezzo col centrosinistra; prezzolata “testa di sfondamento” comunale per malfattori mafiosi o faccendieri col centrodestra. Del resto siamo a Pavia, la città dell’oracolare “maledizione” nonché dell’epica medievale battaglia: con la Francia o con la Spagna…
Dunque teniamoci “Pupo” Cattaneo e le complici caciotte condivise con mafiosi apicali amici degli amici; teniamoci i brindisi di ‘Ndrangheta o le generose feste “eleganti” per la vittoria elettorale 2009, guarda caso al “Soleluna” di Calvi e Marazza o – per non far torto a nessuno – intorno alla piscina di “Cascina Scova” dei Maestri. Tutto a sbafo o, meglio anzi peggio, a spese del contribuente poiché la declinazione a pubblico interesse di quella privatissima piscina e del vicino campo da tennis ha consentito ai proprietari illeciti risparmi per centinaia di migliaia di euro in oneri di urbanizzazione: soldi in meno al Comune, enormi vantaggi ai trapananti. E in aggiunta, un bel “pagherò”, ovvero l’«impegno assunto nei confronti del Maestri di ottenere la modifica della destinazione urbanistica dell’area nel nuovo Pgt da “area destinata a servizi” a “area residenziale” per conseguire una definitiva sanatoria dell’intervento» (dall’Ordinanza di custodia cautelare per Ettore Filippi, pp. 4-5), così come adombrato per la contigua lottizzazione abusiva di Punta Est. Del resto, la sanatoria postuma di un illecito è ormai consolidata consuetudine nella città dove i pistola dettano logge, e lo si è ben visto con la convenzione comunale salvagente per l’analoga lottizzazione di Green Campus o col maldestro tentativo di legittimare le illegittime diarie a forfait in Asm.
Teniamoci anche invasivi i faccendieri, aggressivi fautori di un Piano di governo del territorio devastante per il centro storico (mai così dai tempi del “Piano Dodi”), un Piano non per caso o guarda il caso scritto con la generosa penna dei Calvi, dei Marazza, dei Ciocca e dei Maestri. (more…)

Ridete, siete su…

27 dicembre 2013

C’è poco da ridere: Pavia fa brutta mostra di sé sull’edizione internazionale del “New York Times”: «Rinomata per la sua Università e per un celebre complesso monastico rinascimentale, questa città Lombarda 25 miglia a sud di Milano ha negli ultimi anni guadagnato un’altra ben più dubbia fama: è infatti la capitale italiana del gioco d’azzardo». Ma anche coca, mafie, affarismo, speculazioni, economia parassitaria… Chi è stato a ridurla così? A ludopatie ed economia criminale collegata al gioco d’azzardo è dedicato un ampio capitolo di Comprati e Venduti (Gioco ricco mi ci ficco, Effigie 2013) e il recente imperdibile volume Vivere senza slot (Nuova dimensione editore, 2013), a cura del pavese Collettivo Senza Slot (Ludovica Cassetta, Pietro Pace, Paola Alessia Schintu, Mauro Vanetti).

(su segnalazione di Mauro Vanetti)

Green Campus, il notaio Trotta e il compagno Oliva

9 marzo 2013

da Pavia, Giovanni Giovannetti

Tra i nomi che più ricorrono nelle carte di Green Campus spicca quello del notaio Antonio Trotta, marito dell’ex presidente del Tribunale pavese Maria Grazia Bernini. Suo è l’atto di compravendita dei terreni, il 30 dicembre 2009, tra Arturo Marazza (Arco srl) e Alberto Damiani (Green Campus srl), terreni venduti per l’importo assai elevato di 6.203.200 euro (solo 13 mesi prima Arco li aveva rilevati per “soli” 1.813.000 euro; una plusvalenza di oltre 4 milioni di euro).
Suo è soprattutto il parere «in ordine ai vincoli» quinquennali del Piano regolatore generale su quell’area (16 febbraio 2012): qui l’illustre notaio «afferma» che «l’unico vincolo esistente sugli immobili realizzandi» è quello «di destinazione derivante dal citato atto d’obbligo».
E che dice l’Atto dobbligo? Leggiamo che Green Campus srl «si impegna a mantenere la destinazione d’uso delle unità abitative a residenza universitaria, e pertanto ad affittare» leggiamo affittare «le unità immobiliari unicamente» a studenti, professori, visitatori e dipendenti dell’Università e dello Iuss.
Eppure «secondo tale atto – così lo “legge” il Trotta – gli immobili sono liberamente vendibili a terzi, che possono essere privati, associazioni enti privati/pubblici, società». E decreta: «Sul punto non vi è alcun dubbio».
Qualche dubbio lo ha manifestato la locale Procura il 5 marzo, ponendo l’area sotto sequestro preventivo: un atto «finalizzato alla confisca che non ha precedenti nella storia giudiziaria di Pavia», ha affermato il procuratore capo Gustavo Cioppa nel notificare gli avvisi di garanzia, fra gli altri, a Marazza e Damiani, i “clienti” del notaio.

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Al rogo

8 marzo 2013

La perizia disposta dalla Procura conferma: incendio doloso per l’auto di Walter Veltri

Dentro l’auto la Polizia scientifica ha rinvenuto un frammento della bottiglia in plastica contenente benzina usata per darle fuoco: «Gli accertamenti tecnici sul liquido hanno raggiunto la seguente conclusione: […] si è individuata la presenza di Alchilbenzeni, Alchilnafteni e di Diidroindeni, sostanze infiammabili comunemente contenute nelle benzine per autotrazione. […] sulla scorta delle suddette risultanze investigative appaiono confermati i sospetti della p.o. sulla natura dolosa dell’incendio […] quale forma di ritorsione per l’impegno politico “per la legalità e la difesa dell’ambiente” e le battaglie contro “la lobby sporca del cemento” condotte con altri noti esponenti locali della lista Insieme per Pavia, l’avvocato Franco Maurici e il giornalista Giovanni Giovannetti, all’origine di inchieste giudiziarie di stretta attualità (Punta Est e Green Campus) concluse con l’emanazione di provvedimenti cautelari personali o reali nei confronti degli indagati […] episodi di natura ritorsiva, presuntivamente organizzati dalla stessa regia ed eseguiti dalla stessa mano».

La grande truffa Green Campus

8 marzo 2013

Due interviste a “Il Giorno” e a Radio Popolare

«Le abitazioni del campus siano date agli sfrattati» La proposta di chi sollevò il caso, Giovanni Giovannetti. Sul suo blog aveva riferito «il clamoroso illecito». E un suo locale andò a fuoco di Manuela Marziani (“Il Giorno”, 7 marzo 2013)

Di lottizzazione abusiva per Green Campus si parla da un anno. Nel marzo scorso, infatti, la società Green Campus aveva preteso la cancellazione urgente di tutti i post che Giovanni Giovannetti aveva scritto sul blog su quello che veniva definito un “clamoroso illecito”. «Il Tribunale di Pavia ha ritenuto di non dover procedere – ha spiegato Giovanni Giovannetti, giornalista ed editore al quale alla fine dell’anno scorso è stato bruciato un locale – Ma la Perizia di parte allegata alla denuncia ci ha consentito di accertare che a Green Campus è in corso una lottizzazione abusiva, reato ben più grave per il quale è prevista la confisca, a beneficio del Comune».

I tempi non saranno brevi, ma se dovessero essere confiscati, che cosa se ne potrebbe fare degli alloggi che si trovano nelle cinque palazzine?

«L’ho già proposto alcuni mesi fa e lo ribadisco: questi appartamenti (così come quelli di Punta Est) siano destinati a case popolari. Ci sono 892 famiglie in lista d’attesa, sarebbe una bella boccata d’ossigeno per le prime in graduatoria. In alternativa, potrebbero anche assolvere alla loro funzione di residenze universitarie».

Green Campus al Cravino è come Punta Est al Vallone? 


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Fuoco e fiamme

19 dicembre 2012

Confermato: l’incendio all’auto di Veltri è doloso

Qualora non fosse ancora chiaro, ora è “ufficiale”: l’incendio all’auto del consigliere comunale Walter Veltri di Insieme per Pavia è di origine dolosa. Per i Vigili del Fuoco «stante le condizioni di danno dell’autovettura, non è possibile risalire con certezza alle cause». Ma la perizia mirata presso la concessionaria Opel ha rilevato «l’integrità di tutto l’impianto elettrico presente nel vano motore, a partire dai fusibili di potenza dell’impianto situati nel vano batteria anteriore» e che «Non sono presenti segni di surriscaldamento che indurrebbero ad ipotizzare un cortocircuito». I testi di seguito ripresi provengono il primo dalla Scheda di intervento dei Vigili del Fuoco (15 dicembre 2012); il secondo (19 dicembre) sono le conclusioni della concessionaria Opel di San Martino Siccomario, presso cui due anni fa Veltri ha acquistato l’autovettura. (G. G.)

Secondo i Vigili del Fuoco, «è ipotizzabile che l’origine dell’incendio sia dovuta a problemi di natura elettrica in quanto non si rilevano tracce evidenti o reperti / oggetti che indicassero azione dolosa; inoltre la parte maggiormente danneggiata, ove probabilmente aveva avuto origine l’incendio, era la zona sotto il cruscotto lato guida. All’atto, stante le condizioni di danno dell’autovettura, non è possibile risalire con certezza alle cause».

Per Fabio Marazzi (responsabile assistenza concessionaria Storti) «a seguito di un controllo effettuato sulla vettura in oggetto, trasportata presso il nostro centro di assistenza, rileviamo l’integrità di tutto l’impianto elettrico presente nel vano motore, a partire dai fusibili di potenza dell’impianto situati nel vano batteria anteriore. Non sono presenti segni di surriscaldamento che indurrebbero ad ipotizzare un cortocircuito».

Ma chi pensano di intimidire…

17 dicembre 2012

Entrano in casa di Giovannetti e non rubano nulla

Giovannetti è fuori Pavia. Forzando la porta-finestra della cucina, nottetempo qualcuno è entrato in casa sua, ha aperto i cassetti e gli armadi in tutte le stanze per poi andarsene senza rubare niente. I frequentatori di questo blog conoscono le battaglie antimafia e le denunce sulla criminalità urbanistica condotte da Giovanni, battaglie condivise con Franco Maurici, Walter Veltri, Paolo Ferloni e gli altri esponenti della lista civica Insieme per Pavia. Sabato scorso l’auto del Consigliere comunale Veltri è andata a fuoco. Meno di un mese prima, sul portone di casa Maurici per due volte qualcuno ha disegnato croci a morto. Il 16 febbraio, le vetrine di Insieme per Pavia sono state distrutte a picconate; anche in questo caso, era la seconda volta.
Il 17 maggio a Direfarebaciare è stato inoltrato questo anonimo commento, l’ultimo di una serie: «Stanotte è morto un mio amico. Siate più buoni. Non fate che qualcuno desideri danzare sulle vostre tombe». La polizia postale ne è stata informata. Baciamolemani. (L. V.)

Sindaco Cattaneo, dimettiti

6 dicembre 2012

di Giovanni Giovannetti

La condanna di Carlo Chiriaco e Pino Neri al processo milanese alla ‘Ndrangheta rende attuali i rapporti tra i due e il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, eletto anche grazie ai voti portati in dote da Neri. Ovviamente a sua insaputa...

Al processo milanese alla ‘Ndrangheta lombarda l’ex direttore sanitario dell’Asl pavese Carlo Chiriaco e l’avvocato tributarista Pino Neri sono stati condannati in primo grado rispettivamente a 13 e a 18 anni di carcere. Non sono ancora noti i dispositivi, e dunque ogni commento compiuto sarebbe prematuro.
La sentenza del 6 dicembre 2012 cade un anno dopo quella del giudizio con rito abbreviato del 19 novembre 2011. Entrambe a ragione possono considerarsi una svolta storica per più di un motivo: fra l’altro viene confermata la natura univoca dell’organizzazione criminosa. Dunque la ‘Ndrangheta lombarda vista non come somma aritmetica di ‘ndrine o Locali slegate fra loro bensì come movimento criminale dotato di vertice e ramificazioni che ne fanno la “quarta sponda” delle tre Province storiche calabresi (ionica, tirrenica e reggina).
Secondo gli inquirenti, «una visione parcellizzata della ‘Ndrangheta non consente di valutarne i legami con il mondo istituzionale, imprenditoriale», così come sono emersi dalle indagini Crimine e Infinito. Insomma, a Pavia e in Lombardia «si è riprodotta una struttura criminale che non consiste in una serie di soggetti che hanno semplicemente iniziato a commettere reati in territorio lombardo» poiché i condannati operano «secondo riti di ‘Ndrangheta: linguaggi, riti, doti, tipologia di reati sono tipici della criminalità della terra d’origine e sono stati trapiantati in Lombardia dove la ‘Ndrangheta si è trasferita con il proprio bagaglio di violenza».

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Maestri e Filippi unti nella lotta

20 novembre 2012

In una mail al faccendiere Colosimo, il costruttore indagato chiama a correo l’ex vicesindaco amico dei mafiosi
da Pavia, Giovanni Giovannetti

“Punta Est” e “Cascina Scova” sono iniziative del clan Maestri. Sul cantiere di “Punta Est” sotto sequestro (73 alloggi per studenti in realtà in vendita sul libero mercato immobiliare come «residenze di pregio») pende l’accusa di lottizzazione abusiva e violazione della legge Galasso; mentre al contiguo Centro benessere di “Cascina Scova” la piscina e il campo da tennis sono sostanzialmente privati eppure «aperti al pubblico», così da aggirare norme e oneri di urbanizzazione.
A cento passi da “Punta Est” e “Cascina Scova”, lungo viale Lodi si trova “Cascina Spelta”, là dove “la Cortazza” di Dario Maestri ha edificato residenze multipiano vista parco, sempre più vicine al corso d’acqua della Vernavola, eludendo nuovamente la “Galasso” (una mania). Il costruttore è ora indagato per associazione a delinquere finalizzata a truffa e corruzione dopo l’oneroso compenso di 41.140 euro (34.000 più Iva) ad Enrico Colosimo, un… diciamo consulente con entrature in Soprintendenza, “consulenza” al solito suggeritagli dall’ex vicesindaco Ettore Filippi, suo amico e sodale, come singolarmente riconosce Maestri stesso in una mail al Colosimo del 23 ottobre 2010, questa: «Facendo seguito al colloquio avuto col Dott. Filippi, con la presente le confermiamo il nostro interesse alla Sua collaborazione di assistenza sia per la pratica in corso che per le eventuali future. In riferimento al compenso richiesto per la nostra prima pratica ci permettiamo di sottolineare che ci sembra eccessivo, ma che ciò nonostante le verrà corrisposto, magari con un piccolo sconto… per le successive sarà necessario discuterne il compenso di volta in volta per trovare sicuramente un accordo. Non appena riceveremo il tutto, saremo pronti per il saldo. Cordialmente, Dario Maestri».
Non appena ricevuto il tutto? Le consulenze si pagano a prescindere dall’esito… a cosa era subordinato il saldo? Secondo gli inquirenti, l’esborso sarebbe servito ad oliare la rimozione del vincolo paesaggistico.
Inutile ricordare le altre imprese del sodalizio. Nel giugno 2012 Dario Maestri, Ettore Filippi, suo figlio Luca Filippi, il faccendiere Arturo Marazza, il funzionario comunale Vittorio Rognoni e i dirigenti comunali Francesco Grecchi e Angelo Moro hanno ricevuto un avviso di garanzia per associazione a delinquere e corruzione.

Sciacalli

14 novembre 2012

Mercoledì 14 novembre l’avv. Franco Maurici ha trovato la porta d’ingresso del suo studio pavese in via Roma lordata da croci nere. Come dire: «Ti mandiamo al camposanto». Inutile ricordare che a Pavia Maurici è tra i più risoluti oppositori di chi attenta al territorio e al bene comune: da Punta Est a Green Campus, dall’affaire Carrefour all’annunciata iperspeculazione di Borgarello; senza dimenticare Cascina Spelta, via Langosco, ecc. Tempo fa, dopo la denuncia dell’abuso edilizio di Punta Est (l’area venne poi sequestrata; i proprietari indagati) qualcuno infierì sulle vetrine della sede di Insieme per Pavia. Era già successo un anno prima, ad opera di Forza Nuova, ma questa seconda volta i nazi nulla c’entravano. Solidarietà e vicinanza all’avvocato Maurici.

Pavia, 14 novembre 2012. L’avvocato Franco Maurici [Telepaviaweb]

Criminalità urbanistica

10 novembre 2012

Paolo Ferloni, Franco Maurici, Valter Veltri e Patrizia Zoppetti sugli abusi edilizi a Pavia. E se il Comune è inadempiente…

Altra «criminalità urbanistica» in via Langosco, nel centro storico
di Marco Vigo

Lo hanno denunciato Giovanni Giovannetti e l’avvocato Franco Maurici nel corso di una conferenza stampa tenuta dalla lista civica Insieme per Pavia. Una storica sentenza della Cassazione consentirà l’azione popolare in sostituzione del Comune inerte, ammessa anche nei casi di rilevanza penale.

Secondo il noto avvocato e docente di diritto penale Gian Enrico Paliero, nell’ipotesi di fatti di rilevanza penale non sarebbe ammessa l’azione popolare in sostituzione del Comune “inerte”. Di parere opposto il collega Franco Maurici. A fare chiarezza è intervenuta ora una “storica” disposizione della Suprema Corte di Cassazione che – annullando la sentenza di archiviazione sulle responsabilità penali del sindaco Piera Capitelli per l’abusivo abbattimento di un edificio-monumento dell’ex Snia sotto tutela – ha altresì chiarito che l’azione dei cittadini elettori «in via di surroga» si estende anche all’ambito penale. (more…)

Ladroni e Cosa nostra

7 novembre 2012

di Giovanni Giovannetti

Le temerarie operazioni finanziarie del tesoriere lumbàrd Francesco Belsito, l’ex sottosegretario alla semplificazione amministrativa pizzicato a dilavare quattrini della ‘Ndrangheta e di Cosa nostra. L’iperbolico intreccio tra Romolo Girardelli detto “l’ammiraglio” (vicino alla ‘ndrina dei De Stefano), i siciliani Rinzivillo, il commercialista Pasquale Guaglianone, già tesoriere dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari, un movimento eversivo di destra) incarcerato nel 1987 per associazione sovversiva e oggi titolare della M.G.I.M. con sede a Milano in via Durini 14, la società che – oltre a riciclare conto-mafie – ha curato il trasferimento in Svizzera, in Tanzania e a Cipro di oltre 6 milioni d’euro verdelega. Lo si legge nella Relazione della Commissione d’accesso al Comune di Reggio Calabria, quella che giorni fa ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale reggino.

Padroni o padrini a casa nostra? A Pavia destò scalpore e vasta eco nazionale quel flirt tra il capo della ‘Ndrangheta lombarda Pino Neri e “mister 18.910 preferenze” alle ultime Regionali. Il leghista Angelo Ciocca avrebbe negoziato con l’avvocato tributarista calabrese l’acquisto di un lussuoso appartamento in centro, a un prezzo singolarmente vantaggioso. Ma l’affare non si farà. Resta il fatto che i due si conoscevano, come documenta un video della Polizia, che riprende Ciocca in compagnia di Neri, Antonio Dieni (imprenditore edile di Sant’Alessio nonché “braccio politico” di Neri) e Francesco Rocco Del Prete, l’«uomo delle cosche» alla cui candidatura alle recenti Comunali «si era interessato anche Ciocca». L’assessore provinciale e futuro consigliere regionale, in una intercettazione del 22 giugno 2009, viene confidenzialmente chiamato «Angelo» dal capo della ’Ndrangheta lombarda.

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